Quanto potrebbe valere in termini di voti il partito di Gianfranco Fini? Oltre il 7% o meno del 3%? Dopo l’annuncio dell’imminente nascita di un nuovo soggetto politico da parte del Presidente della Camera i giornali hanno provato a rispondere a queste domande, anche se con sondaggi dai risultati molto differenti. «Il fatto che la forbice sia così ampia – dice Nicola Piepoli a IlSussidiario.net – è il sintomo delle difficoltà che inevitabilmente si incontrano quando si effettua un “calcolo virtuale”. Il partito in questione, infatti, non esiste ancora. L’errore più comune in questi casi è quello di un’ipervalutazione all’indomani di un’intervista o di una conferenza stampa, a cui segue inevitabilmente un crollo verticale appena i giornali smettono di parlarne».

Dai dati a sua disposizione che idea si è fatto però a questo proposito?



Dal primo momento in cui si è iniziato a discutere di questa ipotesi politica abbiamo iniziato le nostre rilevazioni. Il risultato: un trend tra il 4% e il 5%. All’interno di questo intervallo si verificano delle oscillazioni per le ragioni che spiegavo prima.

A chi verrebbero sottratti questi voti?

Circa due terzi al Pdl, il rimanente agli altri partiti, sinistra compresa. A furia di parlarne bene il Pd potrebbe regalare in pratica qualche voto in più ai finiani. I partiti, comunque, si possono inventare, i voti no. Per questo motivo si possono fare anche altre considerazioni.



Ad esempio?

Non possiamo sapere se la diffusione di questo partito sarà capillare o a “macchia di leopardo”. Di certo la base del consenso sarà ancorata al centro-sud (non a caso Fini ha parlato della visita a Milano come di una “trasferta”) e molto probabilmente seguirà le orme della vecchia Alleanza Nazionale.

Cosa intende?

 

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I futuristi saranno più forti là dove il Pdl (ma soprattutto la ex Alleanza Nazionale) è storicamente più presente. Ad esempio, se nel Lazio An (anche se all’interno del Pdl) raddoppia la propria media nazionale con il 20%, lo stesso dovrebbe accadere a Fli (tenendo come media quel 4-5% di cui parlavamo prima). Siamo comunque nel campo dei calcoli virtuali. Visto l’interesse che suscitano posso però anche dirle che il risultato previsto per Luca Cordero di Montezemolo è addirittura migliore di quello dell’attuale Presidente della Camera.



Cosa ci può dire in proposito?

Che un suo partito personale potrebbe valere addirittura l’8%, se invece entrasse a far parte di un partito di centro potrebbe portare un contributo del 2%. I calcoli su Fini e Montezemolo si potranno comunque verificare molto presto.

Pensa che si andrà alle elezioni anticipate in breve tempo?

Sto continuando a parlare con la “bocca” dell’opinione pubblica. Il 47% degli italiani se le aspetta entro primavera, il 33% oltre marzo 2011, mentre i restanti non hanno un’idea precisa in proposito. Tenga presente che, in qualche modo, noi cittadini collaboriamo alla “creazione della realtà”. È molto più facile, infatti, che si vada a votare quando la stragrande maggioranza delle persone se lo aspetta…

Se si andasse davvero al voto anticipato quale sarebbe lo stato di salute dei vari partiti?

Si dovrebbe verificare un calo generalizzato che non dovrebbe incidere comunque sui “rapporti di forza”. Questo a causa di un’insoddisfazione diffusa nei confronti della politica che dovrebbe far lievitare l’astensionismo. Posso darle un dato preciso: 25%. Un valore già “corretto” e più fedele rispetto alle dichiarazioni di astensione, che vanno addirittura al di là di questa percentuale. Tornando ai singoli partiti, le dicevo, la situazione è abbastanza costante, ma c’è una novità.

Quale?

 

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Il “fenomeno Grillo”, un nuovo animale politico che sembra scoppiare di salute. Si parla di un possibile 4%. I voti non si inventano, dicevo prima, e questo vale anche per quelli di protesta. Dovrebbe esserci un travaso del 2% direttamente dal partito di Di Pietro, mentre il restante 2% dovrebbe essere sottratto ai cosiddetti “arrabbiati” rimanenti.

Chiudendo questa dettagliata panoramica sul peso dei nuovi soggetti pronti a entrare nel quadro politico, qual è il giudizio “finale” degli italiani sullo scandalo che ha colpito il Presidente della Camera?

Intanto posso dirle che l’indice di gradimento di Fini è attualmente sotto il 30%. Sullo scandalo dell’appartamento monegasco abbiamo poi fatto un calcolo interessante. Gli italiani hanno parlato (in famiglia o in pubblico) di questa villa e delle sue implicazioni politiche per una numerica ore superiore ai 130 milioni. In un momento storico in cui si comunica poco è un numero incredibilmente alto, paragonabile come grandezza al tragico terremoto abruzzese. Sul tema delle eventuali dimissioni abbiamo invece realizzato due rilevazioni a distanza di un mese.

Con quale risultato?

Il 50% degli italiani non chiede le sue dimissioni (il 30% le vorrebbe, i rimanenti non hanno un’opinione precisa). Risultato assolutamente confermato un mese dopo, anche se, approfondendo,  all’interno di quella percentuale sale il numero di chi pone la condizione: “se uscirà pulito dalla vicenda”…

(Carlo Melato)