Fini a Milano – Il 25 ottobre si terrà la prima uscita milanese  di Gianfranco Fini da leader di Futuro e Libertà, la location è quanto mai simbolica: il mitico “Derby”, lo storico locale del cabaret milanese, fucina di tanti talenti della comicità meneghina.

Onestamente scegliere un luogo simbolo del cabaret  potrebbe essere una scelta tutt’altro che simbolica per i finiani: oltre al  rischio di far ridere davvero, il luogo ci pare un po’ piccolo per delle adunate oceaniche. Anzi, siccome a pensar male ci si azzecca, vien proprio da pensare che sia stato scelto secondo il vecchio adagio che più le stanze son piccole, più sembran piene di gente.



In effetti ad oggi nel panorama politico milanese, i neo esponenti di Fli non hanno brillato più per vis polemica e recriminazioni che non per visione politca.
Ad aprire la danze dichiarandosi finiana è stata Cristiana Muscardini, storica dirigente  dell’ Msi, già coordinatrice regionale e parlamentare di An, e attuale europarlamentare del Pdl: secondo i rumors avrebbe deciso il passaggio a Fli perché furibonda con il “clan” La Russa per la mancata elezione al consiglio regionale lombardo della figlia Anastasia Palli.



Il primo a fare “outing” a Palazzo Marino è stato l’assessore alla Salute, Giampaolo Landi di Chiavenna, ritenuto dai più già fuori dai giochi per la prossima giunta, sopratutto per i difficili rapporti sia con il sindaco Moratti che con il proprio partito.

Ex an, ex larussiano (come del resto un po’ tutti gli aennini milanesi negli ultimi tempi, rei confessi o no), è rientrato in gioco con questa manovra, dimostrando tutto sommato miglior fiuto politco di quanto non abbia avuto negli anni precedenti.
L’assioma è piuttosto semplice: se Fli apppoggerà la Moratti, gli spetterà un assessorato, e chi meglio di un assessore già oggi finiano?



Di fatto tra Fli e Pdl, anzi in pratica tra gli ex aennini, corre pessimo sangue, inutile nasconderlo,  e la convivenza non sarà così facile. Prova ne è  che il consigliere Mardegan, vicecapogruppo comunale Pdl in quota An, ha pesantemente criticato la scelta della Ciabò invitando espressamente a uno stop  le colombe del Pdl che vorrebbero Fli alleata.

Dal canto loro sia Landi che la Ciabò non hanno mai brillato per diplomazia, e ben lo sa il capogruppo Pdl Gallera, che più volte in aula si è trovato in situazioni quantomeno imbarazzanti nel tentare di domare questi spirti guerrieri …

A questa già di per sé ingarbugliata situazione non giova la difficile posizione del ras milanese di An Ignazio La Russa, in grossa difficoltà col premier Berlusconi, infuriato per le millantate garanzie ricevute sulla tenuta di alcuni  suoi nel Pdl che invece hanno traslocato in Fli.

Ultimo capitolo della saga è la vicenda Albertini. L’ex sindaco da mesi se ne va a spasso per giornali e televisioni facendosi coccolare degli anti-morattiani, sia di destra che di sinistra come il buon Cacciari, glissando beffardamente su una sua possibile ricandidatura.

Albertini ha di fatto negli ultimi giorni negato più volte una sua discesa in campo contro Lady Moratti e tutti i finiani confermano di  attendere l’ufficilaità della ricandidatura da Pdl e Lega. Successivamente al riconoscimento di Fli da parte della Moratti, decideranno.

Ed è lo stesso  Valditara a confermare che «parlare di Albertini candidato è obiettivamente prematuro». il coordinatore regionale del Pdl Guido Podestà ha affermato che per Albertini è pronto un seggio in Senato, che forse non dispiacerebbe al buon Gabriele, ormai nauseato dall’esilio europeo.

Berlusconi per ora ha preso tempo, rimandando  l’incontro “definitivo” con Albertini da alcune  settimane: invero ha ben altro a cui  pensare e non ha mai certo amato questuanti capricciosi che minacciano scismi per alzare il prezzo della loro collocazione politica.

Alla fine e  pur con tutta la buona volontà,  ad oggi tra il futuro e la libertà i neo-finiani sembrano denunciare  a parole molto più la mancanza della seconda, ma nei fatti occuparsi molto più del primo: il futuro, politco, di ciascuno di loro…

(Lorenzo Fumagalli)