GIUSTIZIA – DIBATTITO TRA I FINIANI – Il Lodo Alfano e più in generale la riforma della giustizia  stanno creando qualche divisione tra i finiani di Futuro e Libertà.

«Non può essere un provvedimento ad personam e non può essere un provvedimento che assicura un’assoluta intangibilità», dice Fabio Granata. «Si tratta – continua il falco futurista – di una sospensione dei procedimenti senza interrompere le indagini. Ci muoviamo su questa linea di equilibrio, anche consapevoli di una grande contrarietà della nostra base rispetto al provvedimento. Ci apprestiamo a far nascere un movimento che ha nel dibattito con la nostra base un punto di forza, a differenza di altri partiti dove non si discute su nulla».



Sul nodo della reiterabilità Granata poi chiarisce: «Per noi è una condizione assoluta. Si tratta di un argomento dirimente e sensibile, così come è sensibile la riforma della giustizia, che fin quando sarà declinata in chiave di diminuzione dell’indipendenza della magistratura, o peggio, di sottomissione della stessa ai poteri dell’esecutivo, non avrà mai il nostro consenso. Su questo tema bisogna che ci sia senso di responsabilità da parte di tutti, perchè c’è il serio e concreto rischio della crisi di governo».



Dello stesso parere Carmelo Briguglio: «Il Lodo Alfano è ormai il luogo simbolico dell’impunità perchè troppo legato a una fattispecie concreta che sono i processi di Berlusconi. Per questo Fli non deve votarlo. Per me  il contesto della discussione è ormai cambiato e in questi giorni si è registrata una evoluzione di giudizi in questo senso anche nell’opinione pubblica più garantista e nella stessa base elettorale del centrodestra. Questa è la mia opinione e la esprimo liberamente e alla luce del sole».

 

«Mi adeguerò – conclude  Briguglio – col massimo della solidarietà e senso di responsabilità a quanto deciderà, anche a maggioranza, il gruppo dirigente intorno a Fini, qualunque dovesse essere la valutazione finale, ma la mia opinione è che Futuro e Libertà deve lasciare la responsabilità dell’approvazione del Lodo a Pdl e Lega».



«Il lodo Alfano costituzionale senza il discorso della reiterabilità siamo pronti a votarlo». Questa l’opinione di Nino Lo Presti al termine di un pranzo nell’ufficio di Italo Bocchino.

Benedetto della Vedova, vicepresidente dei deputati di Futuro e Libertà, invita i suoi colleghi a non farsi prendere dall’"ossessione" della riforma della giustizia: «Dobbiamo affrontare altri temi come l’economia, la Fiat, Marchionne. E anche la costituzionalizzazione di uno scudo giuridico per il premier, che faremmo per consentirgli di governare al riparo da altre vie. Appoggiamo e sosteniamo lo scudo costituzionale ma non la reiterabilità. Dopo, però, impegnamoci, affrontiamo il debito pubblico attraverso il piano di valorizzazione degli attivi».

Maurizio Saia, capogruppo Fli in commissione Affari costituzionali del Senato, ha chiarito comunque come si comporterà: «Ho parlato con il presidente Fini: la strategia che portiamo avanti con coerenza non è cambiata in nulla». E riguardo alle parole di Bocchino e Briguglio: «sono "a titolo personale"».

 

«Stasera ci sarà un incontro – annuncia lo stesso Saia – con la presidente Bongiorno a cui parteciperà anche il capogruppo al Senato, Viespoli, per definire il nostro emendamento sulla reiterabilità dello scudo, penso che domani mattina lo presenteremo».

Non solo, Saia loda ha anche apprezzato la "conduzione saggia e sapiente" dei lavori da parte del presidente Carlo Vizzini (Pdl), che ha fissato nuovi termini per gli emendamenti.