La novità di ieri, dopo un’estenuante trattativa non ancora conclusa sul lodo Alfano è l’ipotesi annunciata dai senatori Pdl Vizzini e Boscetto: un lodo automatico e rinunciabile sia per il premier che per il presidente della Repubblica, senza però risolvere il nodo della reiterabilità, il punto ritenuto decisivo da Fli. La risposta dei finiani non si è fatta attendere: se il lodo è reiterabile – hanno detto Bongiorno e Viespoli – non avrà i voti di Futuro e libertà.



Fli, nel merito, chiede una sospensione dei processi che valga una volta sola e che non si applichi al caso di successiva investitura, nella stessa o in altra carica o funzione, anche nel corso della medesima legislatura. Traduzione: se si trovasse l’accordo su quest’ipotesi, il premier potrebbe giovarsi dello scudo per questa sola legislatura e una sola volta: se si dovesse, per ipotesi di scuola, arrivare ad una crisi e ad un reincarico egli non avrebbe più la copertura giudiziaria, che risulterebbe dunque “bruciata”.



Un’ipotesi “minima” e una “massima”, professore. Secondo lei quale sarà destinata a prevalere?

Siamo nell’ambito della sola discrezionalità politica. Da un punto di vista costituzionalistico, che è quello dal quale sto parlando, c’è poco da osservare. Tutto dipende dalle scelte del legislatore, che devono essere però ragionevoli. È meglio comunque che sia previsto un automatismo, perché il voto del Parlamento, sotto il profilo costituzionale, creerebbe dei problemi.

Spieghi meglio al lettore questo punto, professore.

Lo scudo se introdotto deve operare per effetto della legge: non può esserci bisogno di una delibera parlamentare che dica sì o no all’attribuzione di questa difesa a chi occupa la carica di presidente del Consiglio o di presidente della Repubblica. Questo mi sembra un passo avanti rispetto alla scorsa settimana. Sul fatto della reiterabilità, cioè sulla godibilità della garanzia una volta sola, mi pare che sia una giusta pretesa al fine di evitare un’immunità a vita nel caso che un politico venga ripetutamente eletto.



Dopo che sulla reiterabilità Fini ha minacciato la crisi di governo, il Pdl ha fatto marcia indietro…

Allo stato in cui siamo, qualsiasi motivo può essere buono per andare avanti o per dare un pretesto alla rottura. Non si può realmente dire nulla a priori, e tutto dipende dalle forze politiche. I rapporti sono tesi e questo condizionerà inevitabilmente la soluzione che, ripeto, può essere solo politica.

Il 14 dicembre la Consulta si pronuncerà sul legittimo impedimento. Cosa potrebbe succedere se il capo del governo dovesse rimanere senza uno scudo?

Il lodo Alfano attuale è una riforma costituzionale che come tale richiede tempo, perché necessita di una doppia votazione di ciascuna delle Camere a distanza non minore di tre mesi. Senza contare la possibilità del referendum. Tutto questo richiede tempo. Se ci fosse una sentenza di accoglimento del ricorso che togliesse in tal modo il “riparo” del legittimo impedimento, a quel punto a Berlusconi non resterebbe altra strada che sottoporsi a processo. Almeno fino a che la sua maggioranza non riesca ad approvare il lodo Alfano.

 

Il presidente Napolitano la scorsa settimana ha detto che l’ipotesi di lodo Alfano arrivata sulla sua scrivania limitava le prerogative del Capo dello Stato. Ma secondo lei esiste o no un problema di tutela per le alte cariche indipendentemente dalle vicende giudiziarie di Berlusconi? 

 

Il problema esiste ed è noto da tempo, forse proprio a motivo del fatto che i costituenti non avevano neppure lontanamente ipotizzato, per ragioni storiche e culturali, che il Capo dello Stato potesse essere indagato per reati comuni. Ma ricordo una bellissima lezione del professor Crisafulli alla Sapienza di Roma proprio su questo tema. I costituzionalisti ammettevano che se fosse capitato non al presidente del Consiglio, ma al capo dello Stato di essere indagato, il processo avrebbe dovuto avere una sospensione.

 

E quando Napolitano ha rilevato che con la proposta di lodo formulata dalla maggioranza, il presidente della Repubblica sarebbe stato limitato nelle sue prerogative, venendo a dipendere da un voto delle Camere?

 

Sì, credo che le osservazioni del presidente Napolitano fossero molto centrate e giuste.

 

Lei però ammette che una tutela per le alte cariche è ormai necessaria?

 

“Necessaria” è forse un termine troppo forte; opportuna, direi di sì.

 

Secondo lei quale potrebbe essere una buona mediazione?

 

La formazione di Fini ha sempre detto di essere a favore. Non essendo pregiudizialmente contro la previsione di uno scudo, la non reiterabilità mi pare una buona strada per raggiungere un accordo.