Il presidente Giorgio Napolitano attacca le scelte di Giulio Tremonti sulla legge finanziaria. Il Capo dello Stato, infatti, intervenendo a Padova all’assemblea del Cuamm, l’associazione dei medici per l’Africa ha usato toni molto netti parlando di “Confusione sulle priorità nella destinazione delle risorse pubbliche”. Una accusa non di poco conto che mette all’indice il “ddl stabilità” (ex finanziaria) elaborato dal ministro dell’economia Giulio Tremonti.
“Abbiamo un debito pesante sulle spalle – affonda il Presidente Napolitano – e dobbiamo contenere la spesa pubblica. Ma non dobbiamo tagliare tutto. L’arte della politica consiste proprio nel fare delle scelte”.
A Napolitano in particolare non è piaciuto – stando alle interpretazioni di autorevoli quotidiani come La Repubblica – il taglio delle risorse contenute dal maxiemendamento del governo (che individua risorse pari a 5,5 miliardi di euro e non arriva ai 7 che si era previsti) in particolare nella parte legata ai fondi destinati alla cooperazione internazionale.
Al momento è noto come – stando alle indicazioni del viceministro dell’economia Giuseppe Vegas riportate sempre da Repubblica – Dovrebbe essere confermato un miliardo per l’università, che includerebbe anche il ‘voucher’ a favore delle imprese che investono in ricerca in accordo con gli atenei. Confermati anche i finanziamenti annuali per gli ammortizzatori sociali (1,5 miliardi) e quelli per la defiscalizzazione del salario di produttività (800 milioni). Le misure a favore di regioni e comuni dovrebbero valere 1,2 miliardi e nel pacchetto sarebbero inclusi i fondi per il trasporto pubblico locale.
Le missioni all’estero vengono finanziate per 6 mesi (800 milioni), così come la proroga dell’abolizione del ticket sulla specialistica e la diagnostica (400 milioni per 6 mesi). Anche il rifinanziamento del 5 per mille dovrebbe essere previsto ma non per l’intero anno. Tramite il maxiemendamento, nella finanziaria sarà inserita la norma sollecitata dall’Mpa che specifica la destinazione di 1,5 miliardi del Fas per l’edilizia sanitaria: 85% al sud e 15% nel resto del paese. Le fonti di copertura dovrebbero essere: 2,5 miliardi dalla gare per le frequenze digitali, 1 miliardo dal settore giochi, 1,7 miliardi dal cosiddetto ‘fondo Letta’ di Palazzo Chigi.