Secondo un articolo pubblicato sul blog di Beppe Grillo, le primarie milanesi del centrosinistra hanno schierato in campo personaggi distinguibili solo dai cartelloni elettorali, e non dal diverso contenuto politico.

Il metodo delle primarie milanesi, per stabilire il candidato sindaco del centrosinistra si è rivelato fallimentare e rivela l’assenza di strategia e contenuti politici. A partire dai candidati. E’ quanto emerge da un articolo non firmato pubblicato sul blog di Beppe Grillo che critica duramente le mosse della sinistra meneghina che ha schierato in campo «quattro signori il cui comune denominatore erano i capelli bianchi e un ricco passato». Tra questi, «l’architetto di Ligresti, Stefano Boeri, candidato (con linearità e coerenza) dalla sinistra del cemento e del nucleare sicuro, ma anche di EXPO 2015 e dei grattacieli di City Life». Il punto fondamentale, in ogni caso, consisterebbe nel fatto che i milanesi «hanno potuto scegliere solo delle facce, non il programma». Secondo il sito, «non ha alcun senso presentare faccioni sui manifesti di persone dello stesso raggruppamento se poi il programma è lo stesso con differenze (se esistono) bizantine, impercettibili».



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Le primarie, quindi, per i partiti, dovrebbero rappresentare una questione interna: «se le facciano in casa, chiedano agli iscritti di votare il Franceschini o il Bersani di turno e non sprechino i soldi e gli spazi pubblici per prendere per i fondelli gli italiani».In tal senso, il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, ha una sua ricetta. «Non farà primarie sui nomi di "candidati leader" delle proprie liste comunali o regionali. Il portavoce della lista sarà scelto dalla lista al suo interno. Nel caso più liste si presentino in un Comune o in una Regione, solo allora si farà una votazione on line da parte degli iscritti in quel Comune o in quella Regione», spiega il blog. E conclude: «Va eletto il programma, non un leader che non esiste. Quando gli italiani lo capiranno sarà sempre troppo tardi».



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