Quanti voti riuscirà a prendere Futuro e Libertà alle prossime elezioni? I sondaggi sul tema si rincorrono dal giorno della costituzione del gruppo parlamentare autonomo futurista anche se, per ora, non sono stati in grado di esprimere un valore di  massima condiviso. La forbice è infatti ancora molto ampia tra chi ritiene che il partito di Fini non potrà andare oltre il 4% e chi invece prevede un risultato al di sopra del 9%. Fli, nel frattempo, è diventato un partito a tutti gli effetti anche se va a inserirsi in uno scenario altamente imprevedibile e, dal canto suo, non ha ancora chiarito la propria strategia in termini di alleanze. È possibile però  tratteggiare l’identikit del potenziale elettore di Futuro e Libertà? Una ricerca condotta da Arnaldo Ferrari Nasi, docente di Analisi della pubblica opinione presso l’Università di Genova, ha provato a rispondere a questo quesito, con esiti molto interessanti.



Professore, in base alle sue ricerche, può dirci a chi “ruberà” maggiormente voti il nuovo partito finiano, nato dalla scissione del Pdl?

I risultati di una nostra recente rilevazione, che dà Futuro e Libertà al 5,8%, sono chiari: l’83,7% dei voti di Fli è costituito da persone che nel 2008 hanno votato per il Pdl, mentre il 2,4% aveva optato per una delle diverse sigle della destra radicale. Un’indicazione che smentisce l’immagine di un partito capace di intercettare il voto di centro, leghista o di sinistra.

La base di Fli è quindi “di destra” in maniera inequivocabile, nonostante alcune posizioni “eretiche” che il suo leader ha preso negli ultimi tempi?



Assolutamente sì. Tra i partiti che supereranno il 4% sarà certamente il più a destra. D’altronde alla domanda rivolta agli elettori futuristi che chiedeva di posizionarsi in una scala da 1 a 10 (1=estrema sinistra, 10=estrema destra) il risultato è stato 7,6.

È possibile fare un confronto con gli altri partiti del centrodestra?

Certo, gli elettori del Pdl si posizionano su un 7,2, quelli della Lega sono leggermente più a destra (7,5), mentre La Destra di Storace 8,1. Un ipotetico Terzo Polo con Casini e Rutelli potrebbe risultare troppo “lontano” per una base che si considera “di centrodestra”, anche se sembra volere un “altro centrodestra”, guidato da Fini.

L’identikit dell’elettore medio di Gianfranco Fini offre altri spunti interessanti?



Le donne sono la maggioranza (54,2%), mentre riguardo all’età è interessante notare che Fli è forte tra i giovani sotto i 35 anni e tra gli adulti oltre i 56 anni. Decisamente meno forte nelle fasce centrali, le cosiddette “fasce produttive” dove raccoglie la maggior parte dei consensi l’asse Pdl-Lega.

Anche per questo motivo per i futuristi la partita più difficile sembra quella al Nord…

È così, anche se anche al Sud non sarà una passeggiata. L’area di riferimento è il Centro (Nord Est 4,3%, Nord Ovest 24,1%, Centro 44,3%, Sud e isole 27,3%), un po’ come era per Alleanza nazionale. Ci sono  poi  alcuni luoghi comuni che vengono smentiti dalla nostra indagine.

Quali?

A differenza di quanto sostengono i dirigenti, la base è convinta che sia stato Fini a rompere con il Pdl e che il Presidente della Camera non sia stato espulso da Berlusconi. Riguardo allo “scandalo di Montecarlo”, poi, gli elettori non sono del tutto indulgenti nei confronti dell’ex leader di An. Queste indicazioni sembrano dirci che la base ha fiducia in Fini e lo sta seguendo, ma non sembra aver compreso del tutto il suo disegno e ha ancora qualche riserva. Tocca a Fini, a questo punto, fare le scelte più sagge per non disorientare ancora di più i suoi potenziali elettori. In un sistema nel quale la maggioranza degli italiani inizia ad essere affezionata al bipolarismo il prossimo passo importante sarà senz’altro la scelta delle alleanze.