L’hanno chiamata la sfida dei ribelli, ma il sospetto che dietro l’iniziativa di Matteo Renzi vi siano altre motivazioni ha tolto forza agli autoconvocati di Firenze. La manifestazione è stata sicuramente un successo per l’ampia partecipazione. La regia di Renzi e Pippo Civati, consigliere regionale della Lombardia, ha prodotto una kermesse diversa dalle solite con filmati, molta ironia, interventi a pioggia anche molto brevi. Nelle intenzioni dei promotori avrebbe dovuto essere la chiamata alle armi della giovane generazione del Pd insoddisfatta dall’attuale leadership del partito e soprattutto desiderosa di mandare in pensione quelli che i socialisti francesi chiamano i “vecchi elefanti”.



I “fiorentini” proclamano l’inutilità dell’antiberlusconismo, il rifiuto della vecchia sinistra, la politica delle cose concrete. È difficile dire se avranno successo. Poco meno di dieci anni fa il movimento dei girotondi mise in ginocchio la vecchia classe dirigente e fu sconfitto dopo una dura battaglia campale. I rottamatori di Firenze non rappresentano un movimento ma sembrano gli juniores della Casta che cercano il loro momento di celebrità candidando il sindaco di Firenze alla leadership del centro-sinistra invece di Vendola, Chiamparino e Bersani. Ieri una vecchia volpe come il segretario del Pd ha azzeccato la contromossa convocando, contemporaneamente all’assise fiorentina, l’assemblea dei segretari dei circoli del Pd.



Un migliaio di persone, quasi tutte di giovane età, che hanno sorpreso il mondo politico accogliendo con una salva di fischi il nome del capo dei rottamatori. A loro Bersani ha fatto decidere la convocazione di una manifestazione nazionale di piazza contro il governo, invadendo quello spazio che finora era stato presidiato dai “viola” e da Di Pietro. Due mondi si sono così contrapposti nelle ultime ore facendo correre un rischio insolito al Pd. I rottamatori proclamano la battaglia generazionale, i giovani che stanno con Bersani non vogliono un partito diviso nel momento più cruciale della battaglia politica. È facile immaginare che nei prossimi giorni la cosiddetta base del Pd si schiererà con il suo segretario e i fan di Matteo Renzi dovranno rivedere i loro calcoli e le loro strategie. Resta la novità di un segretario politico tranquillo che non ha alcuna voglia di diventare spettatore di lotte intestine e che non vuole farsi rubare la scena.



  

Probabilmente la kermesse di Firenze si trasformerà in una nuova corrente, cosa che Renzi vorrebbe evitare. L’area dei critici di Bersani è già presidiata da Veltroni e Fioroni che devono fare i conti con l’insofferenza della base verso nuove spaccature. I rottamatori dovranno soprattutto liberarsi dall’accusa di carrierismo giovanile dimostrando di avere idee e proposte. Sennò rischiano che il loro “fatti più in là” diventi una cosa umoristica come la canzonetta delle sorelle Bandiera che concludeva la trasmissione di Renzo Arbore qualche anno fa.

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