Piercamillo Falasca suggerisce a Fli la strada per affermarsi l’unico centrodestra legittimato a chiamarsi tale.
Con il voto di fiducia, al di là dell’esito, si è aperta una nuova fase politica. Due centrodestra, con i rispettivi leader. E la tentazione, da parte di Berlusconi, di innescare un clima di continua eccitazione pre-elettorale. «Come affronterà Futuro e Libertà la nuova fase?», si domanda Piercamillo Falasca dalle pagine di Libertiamo.it. Di sicuro, non si potrà prescindere da alcuni nodi fondamentali. La cacciata di Berlusconi, anzitutto, è ormai un imperativo. «Non è accettabile in un paese dell’Occidente avanzato il controllo sfacciato di primari vettori dell’informazione», né lo sono gli ambigui rapporti del premier con personaggi come Putin.
E ancora: «A nessuno può sfuggire – amaramente – come ormai lo “schermo giudiziario” per le alte cariche dello Stato non sia per Berlusconi un mezzo per un fine alto (il governo del Paese), ma il fine in sé». In secondo luogo, Fli dovrà smarcarsi dal sospetto di appiattimento sulle posizioni del centrosinistra:«contrasti questa vulgata con proposte politiche degne dell’area politica liberale che ambisce a rappresentare».
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Tali proposte, in sintesi, sono «l’opposizione a Sacconi e al suo immobilismo in materia di lavoro», «l’innalzamento delle soglie previdenziali per finanziare il welfare dei giovani e dei disoccupati», un federalismo basato su «un disegno autenticamente competitivo e responsabilizzante», mentre, suilla giustizia, «si tenga ferma la barra del garantismo, senza trasformare le critiche alla impunità per i potenti in uno stantìo giustizialismo dipietrista».
In caso di elezioni, infine, Fli dovrà avere il coraggio di corre «sola o solo con chi accetta la sua centralità e Gianfranco Fini come candidato premier. Se ci sarà il voto anticipato, FLI annunci la sua vocazione da movimento politico che vive questa malandata Seconda Repubblica con l’ambizione di fondare la Terza. O FLI si sente ed è “centrodestra” o si condanna all’irrilevanza».