Domenico Scilipoti, il deputato ex Idv che ha votato la fiducia al governo, ospite della trasmissione di Radio Due “Un giorno da pecora”, è furioso, inveisce, urla con tutta la voce che ha in gola.

I due conduttori stentano a placarlo. Se la ridono sotto i denti, ma temono in un colpo di testa. In collegamento telefonico c’è il giornalista del Corriere della Sera Gian Antonio Stella. Scilipoti parla in terza persona: «E’ un comico Scilipoti, faceva il comico del Parlamento. Questo è il clown Scilipoti!» dice, descrivendo l’immagine che di lui stanno dando i quotidiani. Si alza in piedi, gesticola, il tono aumenta, mentre la voce gli si strozza in gola: «Chi getta fango dovrebbe avere il coraggio di affrontarmi in faccia, dove e quando vuole. Coloro che ti dicono che ti buttano il fango addosso e lo hanno concordato con Repubblica, il Pd e l’Idv, che mi avrebbero fatto così nero che neanche mia madre mi avrebbe più riconosciuto!», dice, riferendosi alla presunta minaccia che gli avrebbe rivolto il collega Massimo DOnadi nel caso avesse votato la fiducia.



E ancora: «Dicono che sono un delinquente, quello che ha abbattuto le Torri Gemelle». E’ chiaro che l’onorevole, al trattamento che sta ricevendo, non ci sta: «Mi hanno chiesto di abbandonare la mia professione per fare il parlamentare», conclude. «E l’ho fatto mentre gli altri continuano a tenere più incarichi. Ho girato l’Italia, io. Mascalzoni, delinquenti, vi dovreste vergognare».




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