Un articolo su La Stampa di oggi 27 dicembre anticipa le possibili conclusioni che la Corte Costituzionale rilascerà a gennaio sul problema legittimo impedimento. Il verdetto, secondo quanto scrive La Stampa, potrebbe condizionare le sorti della legislatura.
La Corte Costutizionale in pratica starebbe per respingere il ricorso proposto dal pm milanese De Pasquale circa la costituzionalità della legge sul legittimo impedimento. I membri della Corte si riuniranno i prossimi 11 e 12 gennaio, relatore del caso è Sabino Cassese. Scrive La Stampa: “Secondo il relatore, infatti, se si ritenesse (interpretasse) che l’essere ministro o presidente del Consiglio costituisse di per sé un legittimo impedimento a rispondere alla convocazione in tribunale da parte dei giudici, questo equiparerebbe di fatto lo «scudo» ad una vera e propria (e automatica) «immunità» che, in quanto tale, andrebbe disciplinata con legge costituzionale. Se, al contrario, la valutazione del legittimo impedimento invocato dall’imputato (in questo caso si parla di Berlusconi) venisse di volta in volta affidata al giudice di competenza, allora nulla osterebbe a che la materia fosse regolata (come è nel caso, appunto, del legittimo impedimento) con legge ordinaria. Ed è precisamente così, secondo la «sentenza interpretativa» che la Corte si accingerebbe ad emettere, che la legge andrebbe dunque intesa e, quindi, applicata”.
Decisione pilatesca, quella della Corte Costutizionale, o decisiva soluzione dell’annoso caso de legittimo impedimento? Per La Stampa “sarebbe il tentativo da parte dei giudici della Corte di tenere assieme diritti e doveri fondamentali e costituzionalmente garantiti. In sostanza: da una parte salvaguardare il principio secondo il quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, e dall’altra il diritto-dovere dei membri dell’esecutivo a governare e ad assolvere le loro funzioni senza impedimenti e turbative”.