Matteo Renzi va a far merenda a casa di Berlusconi e Bersani si arrabbia. Il pomeriggio della politica italiana vive anche di aneddoti come questo.
Il giovane sindaco di Firenze si è recato ad Arcore ufficialmente per chiedere al Capo del governo uno stanziamento ad hoc nella legge “milleproroghe”, oltre al permesso di istituire una tassa di soggiorno che porterebbe alle casse comunali fiorentine una quindicina di milioni di euro all’anno.
I rapporti tra Renzi e Berlusconi si sono fatti più distesi negli ultimi tempi, in particolare dopo la nuova emergenza rifiuti in Campania: il sindaco di Firenze sarebbe stato uno dei più solerti nell’andare incontro alla richiesta di Palazzo Chigi di dare una mano a Napoli. Il giovane esponente del Pd avrebbe concordato al telefono direttamente con il premier l’invio all’ombra del Vesuvio di alcuni autocompattatori.
A Berlusconi, invece, interessava da tempo conoscere da vicino il giovane sindaco così diverso dai colleghi di area politica, perché innovatore e decisionista come lui. “Con Berlusconi – scrive Renzi sul suo profilo Facebook – abbiamo discusso delle questioni concrete che riguardano Firenze”. In particolare, “ho chiesto al presidente del Consiglio di mantenere gli impegni per la città che il Pdl si era preso in campagna elettorale, a partire dalla legge speciale”.
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Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, non ha però preso molto bene la visita. “A mio gusto sarebbe stato meglio Palazzo Chigi se si trattava di discutere di un problema di Firenze. Non è vietato per un sindaco incontrare il presidente del Consiglio ma esistono delle sedi, sennò si può capire male”.
Ma a chi gli contesta il fatto che non avrebbe dovuto abbassarsi ad andare fino alla residenza privata del presidente del Consiglio, il sindaco replica: “Per Firenze, che è la mia città, quella per la quale ho giurato sulla Costituzione di fare bene il mio lavoro, io vado ad Arcore anche tutti i giorni se serve. Finchè il Governo è guidato da Berlusconi, io parlo con lui e con i suoi ministri. Anche quelli con cui faccio una fatica terribile”.