A pochi giorni dal voto di fiducia, restano aperte le trattative con Fli per un reincarico a Berlusconi.
I negoziati per decidere il futuro del governo, del premier e le alleanze politiche sono ancora aperti. Fli appare sempre più possibilista sull’ipotesi di reincarico a Berlusconi, salvo il rispetto di certe condizioni che non sembrano entusiasmare il premier: ovvero, la modifica della legge elettorale e del premio di maggioranza, e l’entrata dell’Udc nel governo.
Un Berlusconi bis a 72 ore dal voto, sarebbe la proposta di Fini, che chiede, in cambio del voto di fiducia del suo partito, un segnale di discontinuità dal cavaliere: la salite al colle con in mano una lettera di dimissioni per il capo dello Stato. E se i falchi – La Russa, Gasparri e Verdini – frenano, le colombe – Frattini, Alfano e Gianni Letta – spingono per il compromesso. Quest’ultimo, poi, considerato l’anima dell’intesa, non a caso si è detto, quando ormai tutto sembra dato per perduto, «molto fiducioso».
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Il braccio destro del premier è convinto, inoltre, che il voto di fiducia negativo da Fli vada, ad ogni costo, «scongiurato». E potrebbe, in effetti essere realmente scongiurato, dal momento che, secondo Letta, la tregua non sarebbe preclusa da distanze politiche invalicabili o questioni di principio; si tratterebbe, bensì, esclusivamente dell’accordo finale sulle «garanzie reciproche», garanzie che sarebbero contenute in una bozza custodita gelosamente dal sottosegretario e che qualcuno tra le colombe ha suggerito a Berlusconi di suggellare definitivamente di fronte ad un notaio.