COSA NOSTRA – DICHIARAZIONI MASSIMO CIANCIMINO: Massimo Ciancimino, nella sua deposizione al processo a carico del Generale Mario Mori e del Colonnello Mauro Obinu, accusati di favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, ha dichiarato: ”Avevo saputo da mio padre che Provenzano godeva di una sorta di immunità territoriale che gli permetteva di muoversi liberamente”.



Nell’aula bunker del carcere: “Mio padre conosceva Bernardo Provenzano, che io continuo a chiamare ingegnere Lo Verde, da molto tempo, anche per il loro rapporto di vicinato. Scoprii che la persona che conoscevo come Signor Lo Verde era Bernardo Provenzano negli anni Ottanta mentre mi trovavo dal barbiere a Palermo. Sfogliando una rivista, mi pare ‘Epoca’, vidi una sua foto”.



Sui suoi rapporti con il padre: "Vide in me il soggetto sacrificabile per qualsiasi situazione, volendo preservare i miei fratelli che avevano le carriere professionali".
”Mio padre aveva inventato una specie di sistema di spartizione: potremmo chiamarlo il sistema. D’accordo con Bernardo Provenzano gli appalti venivano spartiti equamente tra tutti i partiti, in consiglio comunale, a seconda della loro rappresentatività”.

"Mio padre – ha detto ancora il teste – lavorava in quegli anni con i costruttori Nino Buscemi e Franco Bonura che lui chiamava ‘i gemelli’. I due erano stati piu’ volte soci di fatto di mio padre. E insieme investirono soldi anche in una grande realizzazione alla periferia di Milano, che è stata poi chiamata Milano 2". Sugli investimenti all’estero ha fatto i nomi di "Ciarrapico e Caltagirone, che gli consigliarono di puntare sul Canada".