La questione scotta e parecchio. Nicola Di Girolamo, senatore coinvolto nell’inchiesta sul riciclaggio che ha travolto il mondo delle telecomunicazioni (Fastweb e Telecom Italia) e al centro di una furiosa polemica.

Il Presidente del Senato Renato Schifani è intervenuto con una lettera a Marco Follini, presidente per la giunta delle immunità: «È possibile che la richiesta di autorizzazione contenga nuovi e rilevanti elementi tali da inquadrare in una prospettiva diversa l’intera vicenda dell’elezione del senatore Di Girolamo. La invito quindi a sottoporre all’ufficio di presidenza della giunta l’eventualità di riprendere sollecitamente l’esame della questione relativa alla contestazione e alla proposta di annullamento di tale elezione affinchè della questione stessa possa essere investita l’assemblea già nel corso della prossima settimana».



Anche il ministro Claudio Scajola ha voluto intervenire sulla vicenda: «Ogni iniziativa giudiziaria che vuole riportare la legalità è ben accolta ma non c’è dubbio che ogni iniziativa giudiziaria ha dei contraccolpi. C’è bisogno di una moralità più forte ma anche di non destabilizzare il sistema».



Il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ribadisce la fiducia nei confronti della magistratura: «Nel direttivo abbiamo riconfermato che per noi il tema della legalità è un tema fondamentale su cui vogliamo continuare a lavorare. Abbiamo anche riconfermato che abbiamo totale fiducia nei confronti della magistratura e altrettanta fiducia e auspicio che le persone coinvolte possano dimostrare la loro estraneità ai fatti».

Gianfranco Fini, Presidente della Camera, precisa: «In relazione ad alcune frasi intercettate e pubblicate su alcuni quotidiani, il presidente della Camera Gianfranco Fini esclude in modo categorico di aver direttamente, o tramite la propria segreteria, o terzi, telefonato al senatore Di Girolamo, ed esclude altresì di averlo convocato nei propri uffici o altrove per incontri o riunioni».