La mancata ammissione della lista Pdl alla provincia di Roma per le elezioni regionali di fine marzo agita ancor di più la campagna elettorale. A un mese dal voto, infatti, il Popolo della Libertà, primo partito nazionale, è fuori dalla competizione nella Capitale e in tutta la provincia per una grave disattenzione di alcuni funzionari di partito. Un colpo di scena che può influire su uno dei testa a testa decisivi, quello tra Emma Bonino e Renata Polverini. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha puntato il dito contro le “forzature comportamentali” e i “rigorismi burocratici” che hanno portato a questa situazione paradossale, rivolgendo un appello al Capo dello Stato «affinché venga garantito il diritto dei cittadini del Lazio a esprimersi democraticamente». Dal centrosinistra nessuna mano tesa, ma la richiesta della stessa Bonino, di attenersi al rispetto delle regole, senza alcuna eccezione. Nicolò Zanon, professore di diritto costituzionale, affronta i termini del problema per ilsussidiario.net.



Il Pdl può nutrire ancora qualche speranza di vedere riammessa la propria lista? Quali strumenti ha a disposizione a questo punto?

Occorre fare una premessa. La ricostruzione di cui dispongo presenta un aspetto decisivo: la mancanza del verbale di consegna. Sembra infatti che il rappresentante del Pdl fosse nell’ufficio circoscrizionale in tempo utile, accortosi della mancanza del contrassegno avrebbe lasciato a un giovane assistente il materiale. Tornato fuori tempo massimo il funzionario non è stato fatto rientrare, il suo assistente però non ha consegnato i documenti, ancorché incompleti, come avrebbe dovuto fare. Non c’è, perciò, un verbale di consegna, come dicevamo all’inizio. Se avesse depositato comunque la documentazione, anche se mancante di contrassegno, si sarebbe trattato probabilmente di un vizio formale, sanabile con una presentazione successiva. In questo caso la vicenda è molto più complicata e probabilmente senza rimedio.



La mancanza del verbale di consegna rischia quindi di rendere vani i successivi ricorsi? È come se il Pdl non si fosse mai presentato all’ufficio competente?

Esatto. Ora il Pdl può fare un ricorso all’ufficio elettorale regionale sperando di dimostrare le proprie ragioni attraverso dei testimoni. Non è detto che in quella sede verranno ammesse prove testimoniali atte a dichiarare che la documentazione era arrivata nei termini temporali assegnati, anche se poi, a causa di circostanze decisamente “fantozziane”, non è stato depositato nulla. Per questo parlavo di complicazioni gravi. Non mi sembra che ci siano, effettivamente, molte possibilità che la lista torni in gioco. Nel caso di un parere negativo dell’ufficio della corte d’appello, comunque, non resta che rivolgersi al Tar. Un tribunale amministrativo generalmente però giudica le carte, i documenti, e in questo caso non ci sono.



Un vizio di forma può prevalere sul diritto democratico dei cittadini della Provincia di Roma alla piena libertà di voto?

 I vizi di forma sono in genere sanabili ex post. La mancanza del contrassegno, pur essendo un elemento essenziale, non avrebbe a mio parere pregiudicato la presentazione di una lista sostenuta dalle firme dei cittadini. Se manca un elemento accessorio rimane, grazie al buon senso, lo spazio per un’integrazione successiva. Capisco chi adesso invita ad andare alla sostanza del problema scavalcando la rigida applicazione della forma, ma stiamo parlando di materie molto delicate, con il rischio di creare precedenti pericolosi e aprire la strada a irregolarità molto gravi. Dal punto di vista politico è difficile prevedere quanto questa esclusione inciderà sul risultato finale, incide sicuramente su quei consiglieri uscenti, e quei big di partito presenti in lista che si sono visti trattare in questo modo.


Per riammettere questa lista occorrerebbe quindi un intervento straordinario? Gli appelli al Presidente Napolitano possono essere letti in questo senso?

Napolitano non ha nessun potere in questo tipo di materia. Mi sembrano appelli impropri. Il Capo dello Stato non può invischiarsi in questioni che sono di competenza dei giudici amministrativi e/o ordinari. Spero poi che non si proceda con una legge ad hoc per dire che la presentazione di una lista che non è avvenuta è comunque valida. Si rischia di passare dal paradosso al pasticcio.