«Non rinnego le parole severe e dure pur rispettose verso il presidente della Repubblica e continuerò a farlo se lo riterrò opportuno. – De Magistris torna ad attaccare il capo dello Stato il giorno dopo la manifestazione del centrosinistra a Roma -. Quella di ieri è stato un evento di grande successo e non certo diretto contro di lui ma contro il premier. Restiamo assolutamente insoddisfatti dell’operato del presidente della Repubblica messo in atto a difesa della Costituzione. E auspichiamo che ponga argine alla violenza che sta colpendo le basi della nostra Legge fondamentale. Auspichiamo che non firmi la legge sul legittimo impedimento e la quella sulle intercettazioni. Pur nel rispetto della carica istituzionale il diritto di critica anche del capo dello stato deve esserci. La sentenza di ieri del Consiglio di Stato ha di fatto fare una brutta figura all’ufficio giuridico del Quirinale e a Napolitano stesso. Che risulterà come colui che ha avallato una legge truffa. Ci sono funzionari lautamente pagati che hanno fatto errori giuridici clamorosi. Era chiaro che non poteva passare perchè non si trattavo di un decreto legge interpretativo ma si riaprivano le carte in tavola in corso d’opera. Secondo la mia opinione espressa nell’ambito del diritto di critica, questa legge truffa non andava avallata».
Napolitano torna nel mirino dell’Italia dei Valori dopo la richiesta di impeachement di Di Pietro e dopo la promessa dell’ex pm di non attaccare il Capo dello Stato durante la manifestazione.
Ieri in Piazza alcuni striscioni però erano contro il Presidente ("Svendesi Repubblica", "Pertini non avrebbe firmato"). Oggi De Magistris torna all’attacco, si attendono le reazioni degli alleati, in primis di Pier Luigi Bersani.
Ma l’ex pm non si ferma qui. Ha voluto riservare un attacco anche al Pontefice, Benedetto XVI: "Non ritengo un tabu’ che Ratzinger possa rendere testimonianza ai giudici tedeschi di quanto sa sui casi di pedofilia denunciati in Germania. Testimonianza non solo intesa come fatto giuridico puro, ma anche come atto di chiarezza e trasparenza. Un’occasione per rilanciare la credibilita’ della Chiesa messa a dura prova dallo scandalo dei prelati pedofili’.