INTERCETTAZIONI – Su youtube il video dell’editoriale di Augusto Minzolini al Tg1 – Il direttore del Tg1 Augusto Minzolini ha mandato in onda durante il Tg delle 20:00 di ieri un suo editoriale per dire la sua sulla vicenda della presunta inchiesta della Procura di Trani (smentita ieri dalla stessa Procura) che lo vorrebbero coinvolto in un “complotto” (insieme a Berlusconi e Innocenzi) contro Annozero e Michele Santoro.
Ecco le parole usate da Augusto Minzolini nel video: «Come avete sentito al telegiornale delle 13 di oggi, fonti giudiziarie della Procura di Trani hanno smentito la notizia che fossi indagato. Per un giorno, però, il mio nome è entrato nel frullatore delle intercettazioni e ha riempito i notiziari tv e le pagine dei giornali. Ho provato in prima persona la cosiddetta gogna mediatico-giudiziaria.
Francamente, mi ero riproposto di non intervenire al Tg1 in questa fase di campagna elettorale, ma questa vicenda non tocca non solo la mia persona, quanto il rapporto di trasparenza con voi telespettatori del Tg1. Vale quindi almeno una riflessione. L’inchiesta di Trani nasce all’inizio sull’ipotesi che ci sia stata una pressione su alcuni mezzi di informazione televisiva, compreso il Tg1, per indurli a trascurare i risultati di un’indagine sull’American Express. Alla fine si scopre però che l’unico tg che ha riportato la notizia in questione è stato proprio il Tg1. Allora tutto chiarito? No, perché nel frattempo le intercettazioni compiute nell’ambito dell’indagine spunta anche qualche telefonata del Presidente del Consiglio. A quel punto il meccanismo perverso si mette in moto: si apre un altro filone dell’indagine, trapela qualche mozzicone di intercettazione e, a quanto pare, ci si inventa anche un avviso di garanzia sul direttore del Tg1. La sua colpa? Aver parlato al telefono con Berlusconi».
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Prosegue Minzolini: «Ora, un direttore è innanzitutto un giornalista per cui non solo parla con il Premier, ma anche con tutti i politici che vogliono interloquire con lui. Lo faccio io come hanno fatto prima di me, al netto di ogni ipocrisia, tutti i direttori del Tg1. Quindi dov’è il reato? Dov’è lo scandalo? La realtà è che qualcuno vorrebbe un direttore che non deve parlare con nessuno e, magari, non deve dare indicazioni a nessuno, né dire la sua in tv: deve essere muto e sordo e se non sta al gioco, per usare l’espressione di qualcuno, deve essere cacciato a pedate. Il linguaggio usato da Mussolini con Giovanni Amendola. Insomma, c’è chi vuole un direttore dimezzato, solo che io non sarò mai un direttore dimezzato per rispetto verso la mia storia professionale, per rispetto verso il Tg1 e la sua redazione prestigiosa, ma soprattutto per offrire a voi telespettatori un’informazione il più possibile approfondita, obiettiva e libera».
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