“Diamo la voce a Renzo Bossi così lo sento anch’io”. Con queste parole Umberto Bossi, segretario federale della Lega Nord, introduce il figlio al suo primo comizio.
Renzo sdrammatizza “Molti di voi non mi hanno mai sentito parlare, ma neanche lui. Forse adesso è più teso di me”. Poi inizia il discorso “Adesso siamo in un momento importante, queste regionali sono fondamentali perchè con la riforma regionale che la lega oggi nella Costituzione c’è quella parolina, che è federale…”.
Sotto il palco, nella piazza del Mercato di Brescia, lo striscione ” Renzo figlio di Umberto, Lega figlia di Bossi”, una sorta di abbraccio del popolo della Lega al discente. «Noi al progetto di Umberto ci siamo arrivati, lui ci è nato in mezzo», dice Rosy Mauro, la sindacalista padana.
Il Senatur ha voluto sgombrare il campo dallo spettro di facili nepotismi: «Noi siamo quelli che mandano avanti chi lavora. E anche con mio figlio è stato lo stesso. Lo abbiamo fatto venire in consiglio federale e gli abbiam detto: vediamo un po’ quello che hai fatto».
Il primo contatto del popolo della Lega con Renzo fu dopo il malore del segretario, quando apparve al suo fianco nel 2005 a Lugano.



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