– Bersani prevede un’inversione di tendenza – Il leader del Partito Democratico Pierluigi Bersani si aspetta dalle prossime elezioni regionali un’inversione di tendenza rispetto allo scenario di cinque anni fa, quando la sinistra in campo faceva parte di un «diverso universo politico». Lo afferma in un’intervista concessa a Sky Tg24 in occasione delle elezioni regionali del 28 e del 29 marzo. La situazione non è centro facile. «Partiamo da 11 a 2. Ma in mezzo ci sono state le politiche e le europee che, come è noto – ammette Bersani – non sono andate bene». Il segretario del Pd è cauto ma ottimista: «Pensavano che scomparissimo in una riserva indiana, ma non è stato così». Bersani sa bene che la vittoria consisterebbe nell’ottenere la maggioranza delle Regioni in palio. Tuttavia, si accontenterebbe di un risultato «favorevole a incoraggiare una ripresa di iniziativa».
– Bersani e i discorsi da bar – Riferito alla campagna elettorale e ad alcune dichiarazioni di Berlusconi sulla magistratura, «gliela potevamo scrivere noi, ormai lo conosciamo dal ’94» ha detto Pierluigi Bersani ai microfoni di Sky Tg24. «Berlusconi sì–Berlusconi no, il bene e il male, la sinistra che mangia i bambini e la magistratura». Sono i temi che, secondo Bersani, maggiormente ricorrenti nella campagna elettorale di Berlusconi. Servirebbero al premier a «pagar dazio» a non aprire, cioè, un dibattito «sul lavoro, la coesione sociale, i redditi e via dicendo», tutto di cui. Secondo Bersani, «la gente discute nei bar».
– Quando il giornalista chiede a Bersani se in una democrazia occidentale sia più grave attaccare il governo o la magistratura, il segretario del Pd risponde in maniera non troppo chiara: «se la magistratura attacca un assessore, non credo sia attaccato il concetto di governo locale». Ma al contrario, spiega Bersani, se viene attaccata la magistratura si colpisce «un pilastro costituzionale»
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L’INTERVISTA DI BERSANI A SKY TG 24 – Cosa farebbe Bersani se fosse premier – Bersani, intervistato dai microfoni di Sky Tg24, ha dichiarato di avere bene a mente come si comporterebbe se fosse lui il premier: «Non avrei fatto un condono per esportatori di capitali, non avrei incassato 20 miliardi di Iva in meno in due anni, non avrei tagliato 8 miliardi alla scuola».
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