VIDEO YOUTUBE – «Voglio farvi sentire – dice Michele Santoro a Raiperunanotte – la diagnosi estrema di uno dei grandi della cultura italiana». Anzi no: «dei grandissimi della cultura italiana». È giovedì sera, dal Paladozza di Bologna le piattaforme satellitari trasmettono in diretta tv la serata evento organizzata da Michele Santoro e dalla Fnsi.



BERLUSCONI? COME MUSSOLINI – Santoro manda in onda un’intervista al regista della Grande guerra, dei Soliti ignoti e di Amici miei. Nonostante le nefandezze di Mussolini, dice Monicelli, «noi italiani eravamo tutti contenti che c’era uno che guidava lui e pensava lui». La domanda: e gli italiani di allora assomigliano anche agli italiani di adesso? Certo, risponde Monicelli. Solo che al posto di Mussolini oggi c’è Silvio Berlusconi. «Gli italiani vogliono che qualcuno pensi per loro», continua il regista. «Se va bene, va bene, se va male lo impiccano a testa sotto. Questo è l’italiano».



SPERARE? DA INFAMI – L’Italia, dice Monicelli, è fatta di una generazione corrotta e malata. E solo una cosa si può fare ormai: spazzarla via. «Non so da cosa e non so da chi. O meglio lo saprei, ma lasciamo perdere». La speranza? È una brutta parola, una trappola, una parola che non si deve usare. Inventata dai padroni e da quelli che dicono state buoni, pregate, che avrete il vostro riscatto. No, la speranza – dice Monicelli – «è una cosa infame».

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