È convocato per questa sera un Consiglio dei ministri straordinario per trovare una soluzione al problema delle liste escluse dal voto. Si tratta, com’è noto, dei due “listini” – e delle liste dei partiti ad essi collegati – rispettivamente di Roberto Formigoni, candidato alla presidenza della Lombardia, e di Renata Polverini, candidata alla presidenza del Lazio, esclusi ieri dalla competizione elettorale da una decisione della Corte d’Appello di Milano e Roma, per irregolarità nelle firme a corredo della presentazione delle liste.



Due le soluzioni sul tappeto, com’era emerso fin da ieri sera: una soluzione politica e una soluzione giuridica. La strada giuridica è quella del ricorso al Tar ed è già stata intrapresa dai due candidati. Esiste però un ampio margine di incertezza sulla sentenza del Tribunale amministrativo regionale chiamato a pronunciarsi, sia pur i tempi brevi. Ecco perché il Pdl ha scelto di imboccare anche la strada di una soluzione politica. Si sta parlando a questo proposito o di una legge – una “leggina” come si sta dicendo agli stessi vertici del Popolo della libertà – o di un decreto legge. Il contenuto della legge ad hoc o del decreto potrebbe prevedere o il rinvio della data delle elezioni, o il differimento dei termini per la raccolta delle firme. Un modo per dare tempo ai partiti di sanare, continuando la raccolta, le irregolarità note o non note.



La legge dovrebbe essere di iniziativa del Parlamento e prevedere l’accordo di maggioranza e opposizione. Proprio sulla necessità di assicurare una competizione elettorale in cui siano presenti tutte le forze politiche, è alla base di una disponibilità di massima, se non proprio di un accordo, tra i partiti, che si sta registrando in queste ore. Sono comunque aperti i contatti tra le parti politiche e si sta lavorando ad un accordo, che potrebbe vedere favorevole anche il partito di Di Pietro.

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Per accelerare i tempi e portare a casa un risultato certo, però, la maggioranza propende per un decreto, che potrebbe essere varato stanotte «solo se necessario», ha detto il ministro Ignazio La Russa. È chiaro che l’ipotesi di un decreto dovrebbe essere previamente affrontata con il capo dello stato.



Per questo il Pdl ha dato mandato pieno al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, «per valutare qualsiasi soluzione con le forze politiche e istituzionali per sanare il vulnus democratico» che si avrebbe nel caso che il Pdl venisse escluso dalla competizione elettorale. Ecco perché il premier vedrà Napolitano, al rientro dalla sua visita ufficiale in Belgio. Prima dunque Berlusconi vedrà Napolitano, dopo si aprirà il Consiglio dei ministri.

«Ancora non c’è nulla di definito, in alcun modo. Quando arriverò a Roma stasera, vedrò» ha detto il presidente Napolitano ai giornalisti che gli hanno chiesto chiarimenti sul problema delle liste. «Se qualcuno mi spiega cos’è – ha detto ancora il presidente a proposito della citata “soluzione politica” -, e da parte di chi e su che cosa, la esaminerò». La soluzione che potrebbe incontrare il favore del capo dello stato, come già è emerso nei giorni scorsi, potrebbe essere quella di un rinvio delle elezioni piuttosto che di una proroga dei termini per la presentazione delle liste. Ma è tutto da vedere.