L’esclusione della Lista di Formigoni inquieta il Pdl a livello nazionale. Secondo Corsaro (Pdl) ci sono parecchie anomalie: i Radicali avrebbero potuto presentare ricorso solo sulla propria lista e non su quella di altri candidati. Le anomalie riguarderebbero anche l’esclusione di 514 firme per motivi non opponibili  e non comprensibili. La non validità in diversi casi a suo parere ha “motivazioni bizzarre” come quella secondo cui la firma non sarebbe valida perchè il comune indicato era quello di Venegono e non Venegono Inferiore.



Secondo Cicchitto è il momento in cui il partito deve rimanere unito, senza distinguo (ovvio il riferimento al “Pdl che non piace” di Fini) e promuovere una mobilitazione popolare. È atteso per oggi il ricorso al Tar della lista “Per la Lombardia” guidata da Roberto Formigoni che ieri ha avuto dalla Corte d’Appello la conferma dell’esclusione.



Nel pomeriggio di oggi, poi, è atteso il verdetto sul listino della candidata del centrodestra alle regionali nel Lazio Renata Polverini. Se dalla Corte d’appello dovesse arrivare un nuovo stop, anche sul listino si andrebbe davanti al giudice amministrativo.

Renata Polverini, candidata Pdl alla Regione Lazio è pronta a farsi sentire con la manifestazione romana di Piazza Farnese di oggi: «A piazza Farnese oggi vogliamo mostrare anche la nostra rabbia». In dubbio la presenza di Berlusconi, la segreteria di Fini esclude la presenza alla manifestazione del Presidente della Camera, che però parteciperà alla riunione dei parlamentari del Pdl del Lazio all’Hotel Excelsior di Roma alle 19. Secondo il sindaco di Roma Gianni Alemanno: «Si rischia di avere elezioni regionali profondamente alterate e credo sia un problema, non solo del centrodestra ma anche del centrosinistra perchè ci si deve porre il problema di far sì che queste elezioni diano a tutti la possibilità di esprimersi. Poi vinca il migliore».



Dai più autorevoli commentatori politici un invito generale al buon senso: «Adesso – ha sottolineato Folli su Il Sole 24 Ore – è il momento del buon senso. La democrazia si fonda sulle regole: ma anche su alcuni criteri logici. E non è logico che l’intero centrodestra, con in testa il governatore uscente, sia azzerato in Lombardia e messo nell’impossibilità di partecipare al voto. Questo fa a pugni con il buon senso. Diverso è il caso del Lazio, dove le liste del Pdl non risultano presentate. Ma non c’è dubbio che a Milano e forse anche a Roma bisogna uscire dal groviglio con un pizzico di saggezza. Certo, non con l’arroganza di chi, dopo aver pasticciato, vuole andare in piazza per trasformare un torto in ragione. Ma una volta ripristinata la legalità, è opportuno rispettare gli elettori e i loro diritti».

Secondo Sorgi (La Stampa): «sarebbe però abominevole che il Governo Berlusconi, per ovviare agli errori grossolani di esponenti locali del partito del premier, intervenisse in qualsiasi modo allo scopo di ristabilire la normalità della competizione elettorale. Allo stesso modo sarebbe impensabile che la via d’uscita politica che il Governo e la maggioranza non possono proporre, si trovasse invece con una disponibilità bipartisan dell’opposizione».