Con grande soddisfazione ho rappresentato il Partito Popolare europeo nella riunione della Conferenza dei presidenti dell’Europarlamento, ieri a Bruxelles, in cui è intervenuto il capo dello Stato. Giorgio Napolitano, è stato il primo Capo di Stato a visitare il Parlamento europeo dopo l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona.



La visita del Presidente ha un significato simbolico e politico di rilievo, soprattutto per lo slancio europeista che ha saputo dare a noi italiani con il suo discorso, nel quale ha volutamente valorizzato il contributo all’Europa del popolo italiano: «Non vedo crescere posizioni di sfida al processo di integrazione europea, o tendenti a ritrarre l’Italia da questo processo, piuttosto vi sono tendenze a dare più forza alla nostra presenza nelle istituzioni europee e dare un contributo per un’ulteriore integrazione con proposte più efficaci per rafforzare il ruolo dell’Ue nel mondo».



Il Presidente Buzek lo ha definito giustamente «una personalità molto importante per l’Europa e per questo Parlamento». La visita alle istituzioni Ue del presidente Napolitano è un segnale forte ed incisivo di quell’europeismo autentico e concreto, che trova nell’Italia, paese fondatore, la sua naturale espressione. In un momento in cui la crisi economica coincide con un’Europa che fatica a ritrovare lo slancio dei padri fondatori.

Napolitano ha anche ricordato il suo passato da eurodeputato: «Conservo una forte impronta di quella mia attività. Conosco l’importanza fondamentale del Parlamento europeo. Le cose sono radicalmente cambiate da quando il Parlamento europeo prima è stato eletto a suffragio universale e, poi, progressivamente ha visto crescere i suoi poteri fino ad ottenere il riconoscimento che è sancito nel Trattato di Lisbona».
 



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«Una delle conquiste più importanti del Trattato di Lisbona si riferisce proprio all’attribuzione di maggiori poteri al Parlamento europeo, soprattutto nel campo delle deliberazioni di carattere legislativo attraverso procedure di co-decisione che sono state praticamente generalizzate. Il Parlamento europeo deve ora esercitare pienamente questi nuovi compiti». 

 

La presenza del Capo dello Stato alla Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo costituisce uno stimolo istituzionale che di fatto innova, attraverso relazioni informali, la piena attuazione del Trattato di Lisbona come già auspicato in questi giorni dal Presidente del Consiglio europeo Hermann Van Rompuy.

 

C’è una terra di nessuno che deve essere esplorata nell’interesse dei popoli europei se vogliamo che le potenzialità del Trattato di Lisbona dispieghino opportunità e rendano l’Europa capace di parlare con una voce sola, di agire come un sol uomo.

 

Oggi l’Europa fatica a ritrovare se stessa e questa crisi di identità intacca in modo non trascurabile anche il tradizionale europeismo degli italiani che è in costante e preoccupante calo. L’Unione ha bisogno di una scossa e del coraggio dell’ambizione che il presidente della Repubblica ha in modo saggio saputo dare attraverso le parole pronunciate ieri al Parlamento Europeo.