FLASH – IL TAR ACCOGLIE LA RICHIESTA DI SOSPENSIVA: FORMIGONI DI NUOVO IN CORSA: Il Tar della Lombardia ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dalla lista Formigoni. La decisione dell’Ufficio Elettorale della Corte d’Appello perde in tal modo di efficacia e il presidente della Regione, Roberto Formigoni ritorna in corsa per le prossime elezioni regionali, in attesa di un pronunciamento definitivo.



IL PRESIDENTE NAPOLITANO HA FIRMATO IL DECRETO SALVA-LISTE – Nella tarda serata di ieri il capo dello stato, Giorgio Napolitano, ha firmato il controverso decreto interpretativo salva-liste varato dal Consiglio dei ministri per sanare il problema delle liste escluse dalla competizione elettorale, cioè la lista di Formigoni in Lombardia e la lista provinciale del Pdl a Roma, collegata al listino – già riammesso l’altro ieri dalla Corte d’Appello di Roma – di Renata Polverini.



IL DECRETO LEGGE SALVA-LISTE PDL – Già ieri, prima del consiglio dei ministri, si parlava della struttura del decreto legge che sarebbe stato sottoposto alla firma del capo dello stato. Secondo le anticipazioni, il testo di decreto del quale sono stati informati i ministri sarebbe stato articolato in quattro punti: il primo, che i termini per presentare una lista tengano conto del fatto che i presentatori sono presenti nell’ufficio di consegna nei termini stabiliti dalla legge; il secondo, che la documentazione addotta possa essere verificata dagli organi competenti anche in una seconda fase e non subito, per quanto riguarda gli elementi che hanno scatenato i ricorsi e i controricorsi degli ultimi giorni, cioè i timbri e le vidimazioni; il terzo, che possano fare ricorso al Tar le liste non ammesse, mentre quelle ammesse sulle quali è stato fatto ricorso possono andare davanti al Tar solo dopo il voto. Il quarto punto infine prevede che il decreto si applichi già alle prossime elezioni regionali.



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BERLUSCONI: COLLABORAZIONE TRA LE ISTITUZIONI – Questo dispositivo aveva fatto dire al ministro Maroni, durante la conferenza stampa successiva al Cdm, che «è stata data una interpretazione autentica delle norme di legge vigenti senza modificarle, per consentire ai giudici del Tar di applicare la legge». Sempre ieri sera il capo del governo, Silvio Berlusconi, si è detto soddisfatto per la collaborazione tra le istituzioni al fine di garantire a tutti il diritto di voto.

I timori del Colle, che avevano tenuto le forze di maggioranza col fiato sospeso, venivano dal fatto che Napolitano si era detto non disponibile a firmare un testo d’urgenza di tipo innovativo, che cioè cambiasse ex post i termini della legge elettorale in vigore. Ma così non è stato, se alla fine il presidente della Repubblica ha ritenuto di firmare il decreto, una volta appurato che il testo predisposto dal Consiglio dei ministri non stravolge ma interpreta la normativa vigente. Da qui il termine di “decreto interpretativo”, che caratterizza il provvedimento varato dal governo.

 

LE REAZIONI – Questa mattina circolano già nuove reazioni delle forze politiche, dopo quelle infuocate di ieri sera da parte dell’opposizione. «Questo decreto – ha affermato stamattina il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni – è figlio della collaborazione istituzionale tra il presidente del Consiglio e il capo dello Stato. È inutile che Penati si agiti attaccando nei fatti il Presidente della Repubblica. Noi ci siamo conquistati il diritto di partecipare alle elezioni sulla base dei nostri meriti. È Penati che deve preoccuparsi per le irregolarità nelle sue liste che abbiamo riscontrato».

 

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«Uno strumento e una decisione che mi sembrano davvero inaccettabili» era stata ieri sera, ancora prima della firma di Napolitano, la reazione della leader Radicale, Emma Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio. «Ritengo che di fronte all’illegalità diffusa che c’è stata in tutto il processo preelettorale e che noi abbiamo documentato – ha detto la Bonino – questo strumento e questa decisione siano inaccettabili». Di questo tenore anche le dichiarazioni provenienti dal Pd: «in tutto il Paese – aveva dichiarato ieri Bersani – sono state escluse delle liste. Non c’è solo il caso lombardo e laziale. Non si può pensare di risolvere un pezzo del problema aprendone uno più ampio». Bersani ha esortato chi governa a «pensare per il Paese e non per una lista. Loro stanno governando per cui devono essere all’altezza di questa situazione».

Più forti le dichiarazioni di Antonio Di Pietro, leader dell’Idv: «quello che vogliono proporre è palesemente incostituzionale in quanto c’è già una legge che regola le elezioni ed è in corso d’opera un procedimento per l’interpretazione da parte dei giudici ai quali non si può sottrarre la competenza». «In realtà – ha detto sempre ieri Di Pietro – gli esponenti del Pdl vogliono modificare le leggi a proprio uso e consumo violando la Carta costituzionale e duemila anni di diritto».

Dopo la firma al decreto del capo dello stato è scattata l’opposizione del popolo viola, che hanno  annunciato per oggi alle 11 una mobilitazione in piazza Montecitorio per «chiedere spiegazioni al presidente della Repubblica e agli esponenti del governo sulle ragioni del decreto legge salvaliste».

 

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Gli aderenti al movimento del popolo viola hanno dato il via ad una protesta davanti al Quirinale, mettendo in scena «il funerale della democrazia». Hanno tentato di circondare con una catena umana, per protestare, Palazzo Chigi, ma le forze dell’ordine hanno impedito l’iniziativa.

 

IL TAR – È prevista per questa mattina la camera di consiglio del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia. I giudici, che sono riuniti alle 9.30, devono decidere se concedere o non concedere la sospensiva del provvedimento di esclusione della lista “Per la Lombardia” di Roberto Formigoni dalle prossime elezioni regionali.