Che Silvio fosse un cultore dell’ordine, era cosa, più o meno, nota. Pure che gli piacesse comandare. Che riuscisse a mettere insieme le due cose, invece, non ce l’aspettavamo proprio: ovvero, che comandasse alle persone di essere ordinate. Teatr(in)o recente dei due vezzi di Berlusconi – l’ordine e il comando – è stata la Direzione nazionale del Pdl. Dove Berlusconi, come mostra un fuori onda pubblicato da andreaatzori.blogspot.com, ha dato disposizioni alla platea, dal microfono sul palco. Imponendo ai partecipanti di sedersi, spiegando loro come e dove sedersi, cosa fare e cosa non fare nel corso dell’assemblea. Un po’ come le piante delle sue ville. Alle quali Berlusconi, nei rari momenti di tempo libero, si dedica con amorevole passione. Le cura, le pota e le dispone in file precise e simmetriche; e queste, schierate da Silvio giardiniere, realizzano un’estetica ordinata e gradevole, che allieta la vista dei visitatori delle sue ville.
Una cosa del genere, accade alla Direzione nazionale del Pdl. Dove Berlusconi richiama l’attenzione con un doppio schiocco di dita. Come con la servitù. «Chiedo a tutti voi, anche voi che siete lì, di passare alle file successive. In modo tale da avere un assetto ordinato». Beh, ovvio: perché «dall’ordine fisico – spiega Berlusconi – può passare un giudizio sull’ordine… mentale». La folla lo ascolta. Ma non obbedisce. Male. Berlusconi, inizia concitarsi: «quindi – continua – vi prego di… ecco, vorrei davvero che vi sedeste. Anche voi… Sedetevi!». Tutti continuano a farsi i fatti propri. E’ sempre così. Nessuno pensa mai di essere oggetto diretto delle disposizioni di chi parla. Come quando il prof, in classe dice di fare silenzio. O il prete, a messa, chiede di occupare le prime panche. “Lo faranno gli altri”, si pensa, creedendo di passare inosservati. Ma Berlusconi, queste cose le sa. E’ un gran comunicatore. E, tra le altre cose, ha fatto il «butta dentro». Lo ha detto lui. E allora, inizia a rivolgersi alle persone direttamente.
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Berlusconi, quindi, si rivolge a un gruppetto di persone presenti alla Direzione nazionale del Pdl: «Lo so che siete giovani, volete diventare più alti», dice loro, scherzando. «Ma è meglio che vi sediate». Non scherza. «Quelli nell’angolo – dice, rivolgendosi ad un altro gruppo – anche voi, sedetevi!». Tutto inizia a farsi più chiaro. «Non lasciate poltrone vuote in seconda e terza fila, completate i posti», ordina. «Conosciamo i nostri amici dell’informazione, capaci di puntare le telecamere su tre poltrone vuote e di dedurre la carenza di presenze». Ora è tutto chiaro. Di sicuro, è simpatico: «Comincioli, si sieda!» – ordina, con toni dal sapore vagamente fantozziani (nel senso di «Fantozzi, si segghi!») all’anziano senatore membro della Direzione nazionale. «Data l’età – gli dice – dovrebbe farle comodo». Non c’è malizia: «E’ un mio coetaneo, naturalmente…».
– Le disposizioni di Silvio non si limitano a far sedere le persone, ma anche a tutta le durata dell’assemblea: «Vi prego anche, per quanto riguarda tutta la durata del nostro incontro, mantenere l’ordine, di non parlare in aula», esorta i partecipanti. Poi, non riesce a trattenersi: «Voi, là in fondo… sedetevi!»
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