INCHIESTA SCAJOLA – Lo scandalo G8 travolge il ministro, ma lui respinge le accuse: ho la coscienza a posto – Il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola è al centro di feroci polemiche per un’inchiesta condotta dalla Procura di Perugia. La sua colpa è di aver acquistato un appartamento a Roma in zona Colosseo del valore di oltre 1,7 milioni di euro. Il testimone chiave dell’inchiesta avviata dalla Procura di Perugia è l’architetto Angelo Zampolini del gruppo immobiliare Anemone. Secondo le deposizioni dello stesso Zampolini, egli era stato incaricato da Anemone di trovare un appartamento per Scajola. Pare poi che per l’acquisto dello stesso, Zampolini abbia fornito al ministro 80 assegni circolari per un valore complessivo di 900.000 euro messi a disposizione da Anemone. Anche le precedenti proprietarie dell’immobile avrebbero confermato agli inquirenti l’esistenza degli assegni.



La vicenda sarebbe emersa nelle indagini riguardanti l’inchiesta di Perugia sugli appalti per i grandi eventi (inchiesta G8) nell’ambito del filone che riguarda l’architetto Angelo Zampolini. Al momento Scajola non risulta iscritto nel registro degli indagati.

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Da parte sua il ministro, ha dichiarato che quanto uscito sui giornali “colpisce con violenza il mio privato. Per rispetto alla magistratura non posso dir nulla”. Oggi il Consiglio dei ministri ha espresso solidarietà e vicinanza a Scajola, mentre il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha dichiarato: Considero sbagliato che dagli uffici giudiziari vengano fuori carte riservate”. Il Guardasigilli ha sottolineato che “la notizia non esce da sola”, ma qualcuno la deve “accompagnare alla porta”, e “può essere il pm, il cancelliere o la polizia giudiziaria”.



Dall’opposizione arrivano invece inviti affinché Scajola chiarisca una volta per tutte la vicenda davanti al Parlamento. In caso contrario verranno chieste le sue dimissioni.