Un po’ Dante, un po’ Petrarca. Ma anche un po’ Suharto, il dittatore dell’indocina morto nel 2008, tristemente noto per aver perseguitato centinaia di migliaia di cittadini sospettati di Comunismo. Si tratta di Berlusconi. Di come, per la precisione, Lugi de Magistris considera Berlusconi. L’ex Pm prestato alla politica, in una lettera pubblicata sul proprio sito, attacca duramente il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Secondo De Magistris, Berlusconi avrebbe scoperto l’amore, fecendosene «alfiere in politica» e «brandendolo contro l’odio e l’invidia che a suo avviso si annidano nell’opposizione»
Per l’ex Pm Luigi De Magistris, Silvio Berlusconi strumentalizza le passioni, che pure sono categorie inportanti «nella politica come ci ricordano Max Weber e Enrico Berlinguer, per non renderla solo fredda scienza e inanimata tecnica della amministrazione»; ma lo farebbe «utilizzando un linguaggio – spiega De Magistris – virulento che mal si confà al “partito dell’amore” di cui si proclama leader».
– «Ma che tipo di amore ispira il suo partito?» si domanda ironicamente Luigi de Magistris. «Forse quello – continua l’ex magistrato – che è alla base dell’introduzione del reato di clandestinità», «che lo spinge, insieme ai suoi accoliti leghisti trasformati in nuovi crociati e neo-imperatori d’Oltrepò, a contestare una legge dello Stato come la 194» o quello che «che indirizza verso il mondo dei precari e dei licenziati, di fatto costringendoli alla rinuncia a far valere i propri diritti futuri». De Magistris non tarda a darsi una risposta: «A ben vedere – dice De magistris – amore si, forse ce n’è. Ed è profuso a dismisura verso gli evasori e i corrotti, i mafiosi e i fuggitivi dalla legge»
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LA LETTERA DI LUIGI DE MAGISTRIS – BERLUSCONI COME SUHARTO – Luigi De Magistris conclude la sua lettera con ancora maggior sprezzo e sarcasmo dell’incipit: «Amore ce n’è – dice De Magistris sempre riferendosi a Berlusconi – poi, nelle segrete stanze del potere, in quel via vai di escort che nasce dalla presunzione di sentirsi in fondo un gran sultano, sprezzante verso l’etica pubblica e la dignità femminile, convinto di essere al di sopra della legge, morale e reale. Più che Dante – conclude De Magistris – e tycoon, sicuramente "amorevole" Suharto d’Occidente».