Tre quarti d’ora con Roberto Saviano nel suo studio di Montecitorio. Gianfranco Fini, Presidente della Camera, replica così agli attacchi di Silvio Berlusconi ed Emilio Fede all’autore di “Gomorra”. In realtà l’incontro era fissato da tempo, ma dopo le recenti dichiarazioni anche questo fatto va a inserirsi nella polemica tra i due cofondatori del Popolo della Libertà.
Nell’incontro di oggi Fini ha voluto esprimere pubblicamente la “vicinanza delle istituzioni” allo scrittore, costretto a una vita sotto scorta dopo la pubblicazione del suo libro sulla camorra.
Se il premier aveva parlato di uno spot gratuito di cinema ed editoria alla mafia con “La Piovra” e “Gomorra”, che influiscono negativamente sull’immagine del nostro Paese nel mondo, poche sere fa il direttore del Tg4 aveva addirittura dichiarato: “non è lui che ha scoperto la lotta alla camorra, non è lui il solo che l’ha denunciata, ci sono registi, magistrati che l’hanno combattuta e sono morti”.
Secondo Berlusconi la percezione del fenomeno mafioso italiano nel mondo sarebbe sproporzionata. Se, come notorietà, la mafia italiana è in cima alle classifiche, come forze reali sarebbe invece al sesto posto.
Sui giornali di centrodestra si è però aperto un dibattito. Su Libero di oggi un articolo cofirmato da Antonio Socci e Filippo Facci invitava Fede alla riflessione. Secondo le due firme del quotidiano diretto da Belpietro per il centrodestra "regalare" alla sinistra uno scrittore coraggioso e dalle profonde radici nella cultura di destra, nonché impegnato in prima persona nella lotta alla mafia, sarebbe un errore clamoroso.