Il Sindaco di Parma Pietro Vignali (Pdl), e i sindaci di Roma Gianni Alemanno (Pdl), di Bari Michele Emiliano (Pd), di Varese Attilio Fontana (Lega) e quelli di altri 42 Comuni hanno formalmente sottoscritto oggi il Network italiano di città per la famiglia, fondato dal Comune Parma assieme a quelli di Roma, Bari e Varese.
La tutela della famiglia risulta una questione percepita nella sua urgenza da schieramenti politici eterogenei. Per questo, la natura dell’organismo istituito stamane è strutturalmente bipartisan e proposta risultata interessante dal Nord al Centro e al Sud del Paese.
Secondo la classifica Eurostat 2009 del valore in percentuale sul Pil della spesa di sostegno alla famiglia, l’Italia si colloca nell’Europa dei 27 al diciottesimo posto (1,2% sul Pil) insieme a Portogallo, Spagna, Lettonia, Slovacchia e Romania.
Dagli ultimi dati Istat disponibili (2007) risulta che oltre un quinto (il 22,4%) delle famiglie italiane con cinque o più componenti si trova in condizione di povertà. La presenza di più figli minori all’interno della famiglia si associa a un disagio economico ancor più evidente: l’incidenza di povertà, pari al 14% tra le coppie con due figli e al 22,8% tra quelle con almeno tre, sale al 15,5% e al 27,1% se i figli sono minori. Tra le famiglie con un solo componente anziano, il peso della povertà si attesta sull’11,8% nella media nazionale, ma sale al 16,9% se ve ne sono almeno due.
Inoltre, dalla classificazione delle famiglie a rischio indigenza, risulta che il 3,5% dei nuclei fa registrare livelli di spesa mensile inferiori di solo il 20% alla linea standard di povertà (986,35 mese), il 2,7% si colloca al di sotto della linea ad una distanza del 10%, e il 3,7% è costituito da famiglie che presentano valori di spesa superiori alla linea di povertà di non oltre il 10%. Dall’Istat (2007) risulta anche che la percentuale della spesa nel settore sociale sul totale delle spese correnti (impegni) delle amministrazioni comunali per regione, il Friuli è la quella più virtuosa (25,60%), seguita da Emilia Romagna (21,90%) e Sardegna (21,51%). La media italiana è del 15,82%.
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Tra i contenuti fondamentali dell’accordo siglato stamane a Parma si evidenziano quelli della famiglia come soggetto che fonda la possibilità del benessere sociale e come ambito naturale di custodia, protezione ed educazione di ciascuna persona. Per rendere possibile questo, l’Agenzia per la Famiglia, organismo interassesorile costituito a Parma fin dal luglio 2007 dalla Dott.ssa Cecilia Maria Greci, ha avviato un metodo di lavoro capillare e il più possibile sussidiario, coinvolgendo le associazioni familiari del territorio (riunite nella Consulta delle Associazioni Famigliari) e quelle a livello nazionale, secondo una logica in cui la famiglia è una risorsa per chi amministra.
I temi che fin da ora si pongono come urgenti da approfondire risultano i seguenti: una fiscalità locale a misura di famiglia (rimodulazioni del sistema di tariffazione e accesso a tutti i servizi comunali); cantierizzazione di meccanismi di presidio delle scelte comunali secondo una prospettiva “family friendly” (per esempio Agenzie con delega alla Famiglia, quali organismi trasversali e interassesorili garanti di una politica di governo della città nella sua interezza a “misura di famiglia”); lo studio di strategie di valorizzazione del ruolo sussidiario non solo del nucleo famigliare ma anche delle associazioni del privato sociale all’interno del welfare locale; la promozione a livello nazionale di un fisco a misura di famiglia.