Marco Travaglio ha registrato un intervento video della durata di oltre quaranta minuti in cui spiega la sua presa di posizione rispetto alla legge sulle intercettazioni ancora in fase di discussione e modifica. Travaglio inizia così il suo lungo intervento: “Parliamo ancora una volta della legge cosiddetta sulle intercettazioni, la legge che impedirà ai magistrati di farle in gran parte delle indagini su fatti criminali e impedirà ai giornalisti, non solo di pubblicate le intercettazioni sempre, ma di pubblicare anche gli atti delle indagini, fino a quando le indagini saranno finite, per anni e anni, fino a quando e solo se, approderanno queste indagini a un’udienza preliminare, tagliando fuori quindi tutti quei fatti che magari non costituiscono reato oppure vengono archiviati perché nel frattempo sono già prescritti, tipo per esempio il caso Scajola”. Più avanti
Travaglio parla dei magistrati: “I magistrati naturalmente verranno perseguitati con norme che dicono che per esempio se fanno una conferenza stampa in cui spiegano un’operazione di polizia con l’arresto di un mafioso o di più mafiosi o cose di questo genere, non potranno poi seguire il processo se hanno parlato: hanno parlato delle indagini in conferenza stampa con la polizia? Dovranno astenersi e cedere la mano a un altro magistrati”. Il giornalista fa poi notare come esista già una legge sulla privacy dal 1996 e che i giornalisti non potrebbero pubblicare intercettazioni e messaggi privati: “Queste cose che sono vergognose, sono già vietate dalla legge, quindi chi ha pubblicato gli sms sentimentali dell’inquisito arrestato e del produttore assolutamente intonso gay, ha già violato la loro privacy e risponderà davanti a una legge che esiste già dal 1996 che è la legge sulla privacy. Questa legge non aggiunge e non toglie nulla a questa cosa, perché già non si poteva fare prima, già non si potevano pubblicare quelli di Anna Falchi e di Ricucci e quindi già la pubblicazione dell’sms di Anna Falchi e di Ricucci è perseguibile per legge, senza bisogno di una nuova legge, questa nuova legge non aggiunge e non toglie niente in difesa della privacy, della reputazione e del segreto”.
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– Travaglio parla a lungo di cosa si fa al proposito negli altri paesi democratici e conclude invitando i giornalisti alla “disobbedienza civile”. Messaggio conclusivo: "Non è mai troppo tardi per cambiare idea, c’è chi gridava al regime nel 1994 come Montanelli e chi comincia a parlare di regime proprio in questi giorni, a causa di questa legge, gli ci è voluto 16 anni per capirlo, ma meglio tardi che mai, non tutti hanno i riflessi pronti come un novantenne tipo Montanelli, l’importante è non rassegnarsi perché questa potrebbe essere veramente la pietra di inciampo. Per una volta tanto, l’ho scritto l’altro giorno, che Berlusconi si sta scavando la fossa, invece di collaborare a migliorare la fossa, lasciamolo lavorare e sta lavorando per noi".