Secondo la rivista MicroMega, diretta da Paolo Flores d’Arcais, i religiosi hanno nel nuovo decreto sulle intercettazioni un trattamento di favore. Una norma presente nel ddl, infatti, di cui la rivista dice nessuno o quasi si sia accorto, stabilisce che “se un pubblico ministero intercetta un prete o un religioso deve avvisare immediatamente l’autorità ecclesiastica”. Una sorta di “bavaglio” che metterebbe al sicuro i sacerdoti. Si legge ancora nell’articolo: “Se si intercetta un prete diocesano o un religioso, quindi, il pubblico ministero deve subito informare il vescovo della diocesi di appartenenza; e se ad essere intercettato è un vescovo – “coadiutore, ausiliare, titolare o emerito, o un ordinario di luogo equiparato a un vescovo diocesano, abate di un’abbazia territoriale” – “il pubblico ministero invia l’informazione al cardinale Segretario di Stato”, ovvero al card. Tarcisio Bertone.



 

In realtà l’opposizione aveva cercato di far cancellare questa norma, ma i tentativi sono stati bocciati. Il PD parla di discriminazione a favore dei cattolici. Si fa l’esempio, nell’articolo, di quanto successo a Como nel 2004 quando il PM avvertì l’allora vescovo Maggiolini delle indagini a carico di un sacerdote poi condannato a otto anni di detenzione per abusi su minori.



 

– Nell’articolo si dice che il prete in questione l’avrebbe fatta franca perché sarebbe stato avvertito dal vescovo delle indagini ancora da iniziare. Secondo MicroMega, dunque si dà per scontato che le gerarchie ecclesiastiche intendano coprire eventuali scandali pedofilia cercando di insabbiarli. Interpretazione che non ci sentiamo assolutamente di condividere.

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