Il ddl sulle intercettazioni è stato approvato ieri al Senato, mentre l’opposizione abbandonava l’aula. Manca un passaggio alla Camera, anche se uno degli scogli più pericolosi per la maggioranza sembra superato grazie all’intesa tra Berlusconi e Fini. L’equilibrio all’interno del centrodestra sembra comunque precario in vista della definizione della manovra voluta di Tremonti e della pressione costante della Lega per il federalismo. Massimo Franco ne ha discusso con IlSussidiario.net.



Il Presidente del Consiglio sembra molto limitato in questa fase dai diktat di Tremonti e dai ricatti di Fini. Come stanno cambiando i rapporti politici tra questi tre esponenti del Pdl?

Il quadro è complesso. Berlusconi è riuscito a imporre a Fini la legge sulle intercettazioni. Il premier, infatti, ha dovuto accettare alcune modifiche, ma l’impianto è rimasto quello iniziale. Parallelamente Tremonti è riuscito a imporre al premier la sua manovra finanziaria, forte delle richieste provenienti dall’Europa. Da questi elementi emerge la forza, ma anche l’impotenza di questi tre protagonisti della maggioranza.



Cosa intende?

Ho l’impressione che in questa fase tutti cerchino di usare tutti, anche se Berlusconi ha dei margini superiori rispetto agli altri. Nessuno però è realmente in grado di controllare le situazioni e di indirizzarle come vorrebbe. Il risultato è una grande confusione all’interno del centrodestra, incrementata dall’inserimento di Casini, che può così giocare di sponda.

Si può parlare di riavvicinamento dei centristi nei confronti dei loro vecchi alleati?

L’Udc manda dei segnali a Berlusconi, offrendogli la possibilità di limitare lo strapotere di Tremonti. Non vedo però una strategia chiara, soltanto piccoli movimenti tattici.

A ogni riavvicinamento di Casini fa sempre seguito però l’irritazione della Lega…



 

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È nell’ordine delle cose. D’altra parte tra Pdl e Lega c’è un rapporto di allenza e di competizione, sbilanciato in favore della Lega dopo il risultato delle Regionali. Per il momento, secondo me, il legame resta comunque stretto. Certo, bisognerà vedere come procederà l’iter del federalismo. La Lega è infatti riuscita a imporre questa riforma, ma potranno emergere seri problemi se la manovra rallenterà la “rivoluzione federale” del Paese.

All’interno di questo delicato equilibrio come legge l’incontro di mercoledì tra Fini e Tremonti. Quale argomento era realmente in discussione: la manovra, il federalismo o addirittura la successione a Berlusconi?

Non credo a manovre concrete contro Berlusconi. A mio parere il ministro dell’Economia è giustamente preoccupato di ciò che potrà succedere quando la manovra finanziaria affronterà l’iter parlamentare. Penso che abbia voluto un chiarimento con il Presidente della Camera che ultimamente non aveva mai perso occasioni per attaccare la manovra e la Lega. 

Ma quando verrà discussa la manovra finanziaria la maggioranza ricorrerà al voto di fiducia come avvenuto per quanto riguarda la legge sulle intercettazioni?

Dipende dalla forma definitiva che prenderà la manovra stessa. Ritengo comunque difficile un voto dell’opposizione. Se continuiamo a guardare all’interno della maggioranza sono convinto che Fini non potrà opporsi alla finanziaria, soprattutto perché la vuole l’Europa.

È da escludere che, come nello scorso autunno, il finiano Baldassari lavori a una “contro-manovra” rispetto a quella di Tremonti?

Può succedere di tutto, ma siamo davvero sicuri di poterci permettere una “contro-manovra”? Lo stesso Presidente del Consiglio si è dovuto arrendere alla mancanza di alternative realmente percorribili.

Anche ieri la maggioranza è andata sotto in Parlamento. È un segnale preoccupante per l’esecutivo in vista di questi delicati appuntamenti?

 

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Il fatto è che non essendoci l’alternativa, non essendoci l’opposizione, la maggioranza si sente libera di litigare, di prendersi delle libertà, a volte eccessive. E così ogni tanto il Governo viene battuto. È un certo senso di onnipotenza a provocare questi risultati paradossali, non tanto un problema di debolezza o di divisioni interne. La maggioranza a volte fa anche l’opposizione e diventa nemica di se stessa.

Cosa ne pensa invece dei continui lamenti di Berlusconi nei confronti dei suoi “limitati poteri”. Dopo la citazione di Mussolini e la denuncia di un’ipotetica “sovranità dei pm” il premier ha anche attaccato la Costituzione…

Sono anni che Berlusconi ripete questo concetti con formule sempre diverse. Accade ogni volta che è in difficoltà: quando non riesce a fare le cose che vorrebbe la Costituzione diventa il suo caprio espiatorio. Lo usa per giustificarsi, perché non riesce a governare bene come vorrebbe. Tuttavia quando si ha una maggioranza così numerosa, non si dovrebbero avere problemi nel governare.

Sono segnali di un appannamento della leadership berlusconiana? Si sta preparando il terreno per la nascita di una nuova?

Per ora no. Non vedo alternative a Berlusconi. Dipenderà molto però da come evolverà la crisi economica. Per ora il Governo l’ha ben guidata, ma se le cose dovessero peggiorare non sarà facile per Berlusconi far digerire all’opinione pubblica quelle misure drastiche che ha sempre rifiutato.