QUIRINALE – CASO BRANCHER – LEGITTIMO IMPEDIMENTO NON SERVE PER MINISTERO: Il Quirinale interviene con una nota sul vero e proprio “caso Brancher”, il neo-ministro al Decentramento che ha suscitato un mare di polemiche decidendo di avvalersi del legittimo impedimento nello stralcio al processo per la scalata ad Antonveneta.



«In rapporto a quanto si è letto su qualche quotidiano questa mattina – dice la nota – a proposito del ricorso dell’on. Aldo Brancher alla facoltà prevista per i ministri dalla legge sul legittimo impedimento, si rileva che non c’è nessun nuovo Ministero da organizzare in quanto l’on. Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio».



Le critiche al ministro sono piovute dall’opposizione, ma anche da settori della maggioranza. «È inelegante che un ministro appena nominato e ancora senza delega – aveva dichiarato Italo Bocchino – cominci invocando il legittimo impedimento che era stato pensato per impedire le aggressioni dei magistrati ai ministri, non per nominare ministri che erano già sotto processo».

Dal centro, Pierferdinando Casini coglie l’occasione per contestare il legittimo impedimento in generale: «La vicenda Brancher dimostra che il troppo stroppia e che c’è stato un infortunio, un grande errore politico per la maggioranza volerlo estendere ai ministri. Bastava per il presidente del Consiglio».



 

Anna Finocchiaro guida la protesta del Pd: «La sfacciataggine di conferire l’incarico di ministro a Aldo Brancher, pochi giorni prima del suo processo per permettergli di utilizzare la legge sul legittimo impedimento, è la conferma che questo governo pensa e agisce non nell’interesse del Paese e dei cittadini ma sempre nell’interesse dei singoli, esclusivamente ad personam. Questo è un governo pericoloso per la tenuta democratica della nostra Repubblica perchè, convinto di avere diritto all’onnipotenza e all’impunità, sta via via logorando quel sacrosanto principio di separazione dei poteri su cui si fondano le democrazie moderne».