Il governo ha posto la fiducia sul maxi-emendamento che sostituisce il ddl sulle intercettazioni. Dalle fila dell’opposizione provengono minacce di ostruzionismo a oltranza. Per Berlusconi il ddl sulle intercettazioni non è voluto unicamente da una piccola lobby di magistrati e giornalisti.
Il governo pone la fiducia sul maxi emendamento che sostituisce interamente il ddl sulle intercettazioni. Lo ha comunicato il ministro dei Rapporti con il Parlamento Elio Vito, il quale ha anche precisato, su richiesta del presidente dei Senatori del Pd, Anna Finocchiaro, che il Cdm ha deciso di autorizzarla nella riunione dei 29 maggio (anche se, più tardi, l’ufficio stampa del ministro ha puntualizzato che si trattava della riunione del 29 maggio). «Valutate le circostanze il governo è autorizzato a porre la questione di fiducia su un emendamento interamente sostitutivo del testo che tiene conto dei lavori della commissione Giustizia» ha dichiarato Elio Vito, «Andiamo avanti decisi in questa direzione», «la privacy deve essere garantita da uno Stato di diritto» è stato il commento del premier Silvio Berlusconi. Secondo Berlusconi «c’è stata molta baraonda sui giornali, dall’opposizione, ma a favore delle intercettazioni c’è solo una piccola lobby di magistrati e giornalisti». Per il premier, «la maggior parte degli italiani è stanca di non poter usare il telefono per paura di essere spiata». Intanto, l’opposizione minaccia un pesante ostruzionismo. Il senatore del Pd, Anna Finocchiaro, ha annunciato interventi a oltranza per obbligare i senatori del Pdl e della Lega a stare a Palazzo Madama per ore e ore. Secondo la senatrice, il testo «taglia le unghie ai giudici e tenta la censura nei confronti della stampa». Si dichiara deluso il leader dell’Udc Pierferdinando Casini, che auspicava che il Governo non ponesse la fiducia «perché il Parlamento non rilascia timbri, il Parlamento deve discutere e questa legge così com’é ancora non va, credo sia interesse anche della maggioranza apportare cambiamenti che possano rafforzare il senso di legalità e anche rafforzare il ruolo della stampa in Italia».
«Il testo é frutto di troppe mani e quando le cose sono così non vanno mai bene», ha dichiarato nel frattempo il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri, a margine del processo d’appello che lo vede imputato di concorso in associazione mafiosa. «Come quello dei pentiti anche lo strumento delle intercettazioni è utile. Ma va saputo usare», ha detto Dell’Utri.