La maggioranza è stata battuta alla Camera. Il vicepresidente di turno, Rosy Bindi, ha atteso 51 secondi e poi ha chiuso le votazioni. In molti hanno chiesto le dimissioni della Bindi e di ripetere le votazioni. La Bindi, dal canto suo, si difende e replica affermando di aver rispettato i tempi richiesti e di non aver chiuso in anticipo le votazioni.




Il governo è stato battuto alla Camera sul decreto legge che sospende alcune demolizioni in Campania e che riguarda 500 famiglie sfornite, al momento, di altre abitazioni. La maggioranza è andata sotto a causa dell’assenza di alcuni parlamentari del Pdl che, per la verità, stavano entrando in aula quando il vicepresidente di turno, Rosy Bindi, ha chiuso le votazioni. Al che si è levato dai banchi della maggioranza un coro di «vergogna, vergogna» per l’accaduto. Sono in molti a chiedere che le votazioni si ripetano. «E’ un problema di democrazia e di rispetto delle prerogative del Parlamento», ha detto il vicepresidente della Camera Maurizio Lupi. Si sono espressi a favore della ripetizione del voto anche altri parlamentari, come Laboccetta, Napoli e Stracquadanio. Intanto, il leghista Luciano Dussin ha chiesto le dimissioni della Bindi, mentre il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, ha chiesto e ottenuto dal presidente della Camera Gianfranco Fini la convocazione di una riunione dei capigruppo. La Bindi ha fatto presente che, sulla regolarità del voto, i capigruppo non hanno nessuna competenza o potere. E, a chi l’ha accusata di prevaricazione come Cicchito, ha risposto: «Il diritto di votare è per chi è seduto al suo posto. Io ho aspettato 51 secondi per chiudere la votazione, e quindi non ho commesso alcuna irregolarità».



 

Nel frattempo si apprende che il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha espresso amarezza per l’accaduto, invitando al contempo i parlamentari del centrodestra ad essere puntuali e presenti quando ci sono votazioni di ogni genere, specie se sono importanti.


 


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