Non capita tutti i giorni che analizzando i trend nella Pubblica Opinione si rilevino grandi variazioni, anzi, si è soliti dire che, proprio sulle questioni più importanti, non cambi mai nulla. Un mutamento nel tempo del 5% è in genere considerato degno di nota.
E occorre essere sicuri della solidità dei propri dati quando in soli due anni, si riscontra una variazione di più di venti punti percentuali. Io lo sono, e so di essere in presenza di un chiaro fenomeno di mutamento sociale.
Il sondaggio qui presentato, su cui è stato improntato il numero di luglio della nostra rivista di approfondimento (analisipolitica.it), cerca di capire, attraverso una domanda chiara, volutamente semplice e che proponiamo già da qualche anno, quale sia, dei sistemi partitici principali, quello preferito dalla “pancia” degli Italiani.
Al di là dei tecnicismi, si parla di un sistema con “due soli partiti, schieramenti”, che rappresenta il bipolare puro; uno con “pochi partiti, ma grandi” (il proporzionale con sbarramento); quello con “tutti, anche quelli piccoli”, il proporzionale puro.
Certi preferiscono che all’appuntamento elettorale ci siano due soli partiti, schieramenti, invece altri preferiscono che rimangano più partiti. E Lei?
Febbraio 2008 | Aprile 2009 | Aprile 2010 | |
Due soli partiti, schieramenti | 75,7% | 69,1% | 55,2% |
Solo pochi partiti grandi | 10,1% | 18,9% | 32,7% |
Tutti, anche quelli piccoli | 7,0% | 9,7% | 9,4% |
Non so | 7,2% | 2,3% | 2,7% |
Totale | 100,0% | 100,0% | 100,0% |
Casi | 600 | 900 | 800 |
La preferenza degli italiani al bipolarismo è ancora netta maggioranza, 55%, chiaro, ma un conto era il quasi plebiscito registrato nel 2008, dato da noi rilevato già da qualche anno era stabile attorno al 70-73%.
Di sicuro il grande sogno dei bipolaristi, Berlusconi prima di tutti, va allontanandosi. E pensare che solo poche settimane prima del “Referendum Guzzetta” del giugno 2009 (che non raggiunse il quorum) il nostro istituto, con un apposito sondaggio rilevava che il 54% degli italiani, avrebbe dato il premio di coalizione “al partito più grande” e non alla coalizione, decretando di fatto l’avvento del sistema bipolare puro.
La somma delle quote che PdL e PD ottengono nei sondaggi di questo periodo è attorno al 62-66%. Solo da questo semplice calcolo si può comprendere che anche nei partiti che più avrebbero da guadagnare dal bipolarismo e comunque nati con questo obiettivo, ci sono preferenze che vanno in senso opposto.
Vediamo nello specifico le sigle principali: tra gli elettori del PdL la quota arriva al 61%, dato un po’ più alto della media nazionale, ma sicuramente molto basso se si pensa alle motivazioni della genesi stessa del partito. Inoltre, vi è una sensibile differenza nelle opinioni degli ex-Forzisti e degli ex-Aennini: tra questi ultimi il risultato è addirittura sotto la media nazionale (53%).
Ancora peggio nel PD e con una differenza ben più marcata nelle sue componenti. Tutto il partito è al 54%, ma gli ex-Margherita vogliono il bipolarismo al 75% , mentre gli ex-DS al 53%. Sembra quasi che i primi diano un giudizio positivo all’esperienza fatta fino ad oggi, mentre i secondi siano ancora dubbiosi.
Interessante il dato UdC: la quota è del 71%. Anche essi, come i sopraccitati “Margheritini”, sono in maggioranza ex-Democristiani. Contrariamente ai primi, però, che coerentemente con la loro opinione di oggi, hanno scelto un percorso aggregativo, sono stati portati dal loro leader al di fuori dei due poli principali, marcando le distanze da entrambi. Di fatto isolandosi. Questo risultato, forse, sta ad indicare una “voglia di accasarsi” della base. Non pare plausibile, in una fase ancora diafana, che si possa attribuire il dato alle speranze riposte nel “Partito della Nazione”.
Tutti gli altri partiti, tranne l’IdV che per quasi la metà vorrebbe il proporzionale puro, risultano all’incirca in due tra il sistema bipolare e quello proporzionale con sbarramento, con il primo item generalmente in vantaggio sul secondo.
Come potrebbe spiegarsi questo fenomeno? Forse in modo semplice: nei momenti di crisi si fa quadrato. In questo caso attorno alla propria idea.
L’anno trascorso sembra un anno-luce. I due partiti principali sono immobili e assolutamente litigiosi; e nell’economia, nella vita della gente, rispetto al 2009 il 2010 sta andando molto peggio, al contrario di quanto era stato più volte detto.