Fini espulso dal Pdl può contare su 43 parlamentari. Lo scrive il Corriere della Sera online, all’indomani dell’espulsione di Gianfranco Fini dal Pdl. Sarebbero i 33 deputati pronti a uscire dal Popolo della libertà per seguire Fini, espulso ieri da Silvio Berlusconi. Mentre altri 10 senatori daranno man forte per costituire il primo embrione di «Futuro e libertà per l’Italia», il nuovo gruppo parlamentare in cui sono confluiti i finiani di fatto espulsi o autonomamente fuoriusciti dalle fila del Pdl.
I numeri sono ancora da confermare (i senatori finiani espulsi, ad esempio, secondo alcune agenzie di stampa potrebbero arrivare addirittura a 14), ma stando a quanto emerso fino a questo momento, ci sarebbero le condizioni per formare gruppi autonomi in entrambi i rami del Parlamento. Anche al Senato, dopo l’annunciata adesione di Adriana Poli Bortone e Giovanni Pistorio al partito di Fini espulso ieri dal Pdl, sarebbe infatti stato raggiunto il numero minimo di membri richiesto dai regolamenti per la costituzione di una entità indipendente, con propri uffici e propri rappresentanti in sede di capigruppo. Quello della Camera è stato costituito da Fini già in giornata, insieme agli altri onorevoli espulsi, prima della pausa estiva. Per il Senato, invece, ci sarà tempo ancora una settimana.
Ma chi sono i parlamentari finiani, che ora rischiano di essere a loro volta espulsi dal partito? Molti di loro hanno voluto mostrarsi alla stampa nel corso della dichiarazione fatta alla stampa da Fini all’Hotel Minerva. La sala, già piena di giornalisti, è stata riempita pochi minuti prima dell’inizio della dichiarazione di Fini, dai suoi parlamentari che si sono disposti ai due lati del tavolo da cui ha parlato poi il presidente della Camera espulso dal Pdl. Tutti sorridenti, come a volerci «mettere la faccia».
Tra i numerosi deputati e senatori assiepati c’erano, in prima fila, Carmelo Briguglio, Italo Bocchino e Fabio Granata, i tre deputati espulsi ieri insieme a Fini dall’ufficio di presidenza del Pdl e il cui ingresso nel nuovo gruppo era scontato. Accanto a loro altri finiani doc come l’ex radicale Benedetto Della Vedova, Adolfo Urso, Roberto Menia, Ida Germontani, Maria Grazia Siliquini, l’ex direttrice del Secolo Flavia Perino, l’ex presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa, e altri ancora nelle seconde e terze file.
Questa in ogni caso la composizione iniziale del gruppo a Montecitorio fondato da Fini dopo essere stato espulso dal Pdl, secondo quanto annunciato in aula dal presidente di turno Maurizio Lupi: Italo Bocchino, Carmelo Briguglio, Fabio Granata, Enzo Raisi, Luca Barbareschi, Francesco Proietti Cosimi, Francesco Divella, Antonio Buonfiglio, Claudio Barbaro, Maria Grazia Siliquini, Flavia Perina, Angela Napoli, Luca Bellotti, Aldo Di Biagio, Antonino Lo Presti, Giuseppe Scalia, Giorgio Conte, Benedetto Della Vedova, Adolfo Urso, Mirko Tremaglia, Alessandro Ruben, Andrea Ronchi, Donato Lamorte, Giulia Bongiorno, Catia Polidori, Carmine Santo Patarino, Giulia Cosenza, Silvano Moffa, Roberto Menia, Gianfranco Paglia, Giuseppe Angeli, Giuseppe Consolo, Souad Sbai. Quanto al capogruppo, sarà stabilito dalla prima riunione del gruppo. Intanto il rappresentante del neonato gruppo dovrebbe essere Giorgio Conte.
Al Senato, dopo l’espulsione di Fini dal Pdl, potrebbero schierarsi con lui oltre a Pistorio anche altri due esponenti dell’Mpa e almeno un ex azzurro per ora tenuto «coperto». I membri del partito di Raffaele Lombardo che potrebbero partecipare all’esperienza finiana a Palazzo Madama sarebbero dunque Giovanni Pistorio, Vincenzo Oliva e Sebastiano Burgaretta. La pattuglia finiana dovrebbe poi contare su Franco Pontone, Maurizio Saia, Giuseppe Valditara, Mario Baldassarri, Maria Ida Germontani, Egidio Digilio, Giuseppe Menardi e Pasquale Viespoli. Ancora in bilico sarebbero invece Andrea Augello (in queste ore in stretto contatto con Gianni Alemanno e orientato a non prendere parte all’esperienza), Laura Allegrini e Oreste Tofani. Verso il no, invece, Cesare Cursi, Antonio Paravia e Candido De Angelis.