CRISI PDL – FINI NON LASCIA LA PRESIDENZA,  BERLUSCONI REPLICA: Lo scontro tra Berlusconi e Fini continua. Dopo il documento di sfiducia dell’ufficio di presidenza Pdl di ieri Gianfranco Fini ha organizzato una conferenza stampa per ribadire che rimarrà al suo posto e che la Presidenza della Camera non è in discussione.



Non si è fatta attendere la replica di Berlusconi che poco fa ha dichiarato: «Abbiamo i numeri per andare avanti, così come abbiamo ben chiaro il programma da completare e, grazie a questa scelta sofferta ma necessaria, siamo nelle condizioni di governare più sereni e nella chiarezza».

Il premier ha voluto rispondere ai “finiani”, secondo cui nessun presidente della Camera ha dato mai le dimissioni: «Anche qui non hanno detto il vero. Nel luglio del 1969, verificatosi una situazione di divisione analoga nel Partito Socialista con la sinistra socialista, il presidente Pertini, che era un grand’uomo e che aveva aderito alla sinistra, ritenne doveroso dimettersi. Spero che Pertini possa insegnare a qualcuno il modo in cui ci si debba comportare».



«Fini e quei deputati che l’hanno seguito, hanno dimostrato di essere lontanissimi dalla nostra cultura liberale. Nello stesso tempo, con il pretesto del diritto di critica, un diritto scontato nel nostro movimento perchè davvero non c’è altra compagine in cui sia più libera la discussione e la proposta, hanno cercato di riportare in vita i metodi peggiori della Prima Repubblica, dalla divisione in correnti fino alla mediazione continua che paralizza tutto, e hanno iniettato nel nostro movimento il virus della disgregazione. Se questo tentativo avesse avuto successo, sarebbe stato vanificato il significato stesso del Popolo della libertà: una politica nuova, ispirata direttamente dal popolo in stretto contatto con il suo leader, una politica basata sulla moralità del fare, sulle riforme, sulle grandi battaglie di libertà». 



Il nuovo gruppo autonomo dei finiani "Futuro e Libertà per l’Italia" si è infatti ufficialmente costituito alla Camera, mentre la squadra di governo, come ha precisato il Cavaliere, rimarrà sempre la stessa. I ministri finiani rimarranno perciò al loro posto.

A lato del Consiglio dei Ministri Berlusconi ha poi potuto dedicare una ventina di minuti a tranquillizzare i vertici della Lega Nord. Secondo il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, "il governo porterà a termine la legislatura. Nonostante queste tensioni e queste fibrillazioni, il governo mantiene una sua maggioranza e la capacità di portare a compimento il suo programma. Certo, sarà una navigazione più a vista".

L’opposizione che aveva chiesto insistentemente la presenza di Berlusconi in Parlamento rimarrà delusa. "Non vi è alcun motivo" ha spiegato Fabrizzio Cicchitto, capogruppo alla Camera.  L’ostruzionismo dell’Idv fino a quando Berlusconi non verrà a riferire in aula è stato annunciato.

I vertici del Pdl sono di nuovo riuniti a Palazzo Grazioli, la residenza romana del premier Silvio Berlusconi, per un nuovo summit di partito. All’incontro sono presenti i tre coordinatori nazionali, Denis Verdini, Sandro Bondi e Ignazio La Russa. Vi prendono parte anche il sottosegretario Paolo Bonaiuti, il ministro degli Esteri, Franco Frattini, i capigruppo di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, e il suo vice, Gaetano Quagliariello.