MORTO COSSIGA – Francesco Cossiga è morto alle 13.18 di oggi al Policlinico Gemelli di Roma. Il Presidente Emerito della Repubblica Cossiga, che aveva compiuto 82 anni lo scorso 26 luglio, era stato ricoverato il 9 agosto scorso per una crisi respiratoria che si è presaggravata.

Sarebbe stata una crisi cardiocircolatoria una delle cause del decesso del senatore a vita, una crisi simile aveva portato al ricovero di 9 giorni fa nel reparto di rianimazione del Gemelli.



È stato il più giovane sottosegretario alla Difesa e il più giovane ministro dell’Interno. È stato presidente del Consiglio (1979-1980), presidente del Senato (1983-1985) e ottavo presidente della Repubblica.

La politica italiana è unita nel lutto. «Apprendo con dolore la notizia della scomparsa di Francesco Cossiga – ha dichiarato Massimo D’Alema, presidente del Copasir -. È stato un grande protagonista della vita democratica del nostro paese. Con lui abbiamo avuto momenti di incontro così come di aspri conflitti, vissuti sempre con rispetto reciproco e lealtà. In questi ultimi anni ci ha unito un’intensa amicizia, della quale gli resterò grato».



Maurizio Lupi (Pdl) ha dichiarato: «Esprimo il mio più sentito cordoglio per la scomparsa di Francesco Cossiga. Con lui se ne va anzitutto un amico, ma soprattutto l’Italia perde un inestimabile patrimonio politico, culturale e umano. Con il suo impegno Cossiga è stato un esempio per tanti cattolici che hanno deciso di giocare la propria responsabilità nelle istituzioni pubbliche. E di questo gli saremo sempre grati».

 

Secondo Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, scompare «un anticomunista convinto che ha però sinceramente rispettato i comunisti. Il più delle volte lo abbiamo avuto come avversario, ultimamente lo abbiamo avuto anche come alleato. Sempre, in entrambe le vesti, duro e leale. Aspro, non di rado asperrimo, ma lucido e mai ipocrita, lo ricordiamo con rispetto».



«Cossiga ha infatti rappresentato nei decenni – aggiunge Diliberto – molte e diverse, talvolta contraddittorie posizioni ed interessi. È stato l’uomo delle leggi emergenziali, del caso Moro, della Nato e di gladio, delle picconate alla prima repubblica, ma anche della nascita del primo governo a guida postcomunista, con i comunisti parte integrante. Guardandoci intorno desolati lo ricordiamo con rimpianto, pensando ad una politica italiana repubblicana che oggi, nel basso impero imperante, evidentemente, non esiste più. Alla famiglia, il cordoglio dei Comunisti italiani».