Il leader della Lega Nord Umberto Bossi, dopo che Casini lo ha definito un trafficante di Banche e di quote latte, lo ha insultato pesantemente.

E’ giunto ad un epilogo il dibattito a distanza Bossi-Casini? Difficile. Improbabile che quella che appariva come una boutade estiva si estingua nell’arco di un week-end. Perché il leader del Carroccio ha ben pensato di alimentare la polemica con una sapiente incontinenza verbale. Ricapitoliamo: per rimpinguare le fila del Pdl dopo la defezione finiana, pare che Berlusconi stesse corteggiando Casini e i suoi. Ma la Lega ha imposto li veto. “Niente Casini, mai più con l’Udc. Sono vecchi democristiani, e Casini è un trafficone”, aveva detto Bossi. “Stia tranquillo, nessuna alleanza coi leghisti”, gli aveva risposto Casini. Aggiungendo che Bossi e i leghisti non hanno niente da insegnare a nessuno. Perché sono “Trafficanti di banche e quote latte”.



A questo punto, il disappunto di Bossi esonda, diventa improperio. Magari è pura tattica, un vezzo padano, un atto riconducibile all’estetica leghista, spontanea e al contempo funzionale e decisiva per trattenere ed aumentare i voti del popolo del Nord. Che, al grigio e scivoloso linguaggio della politica di “Roma ladrona”, continua a preferire la calcolata schiettezza di Bossi. Sta di fatto che è andata così. Quando una giornalista di Sky Tg 24 gli ha chiesto: «Casini l’ha attaccata duramente, definendola un “trafficante di quote latte”. Lei cosa risponde?», Bossi, con l’aplomb che lo contraddistingue, ha risposto: «Casini è uno stronzo! E’ come quelli che non potendo avere i meriti e le qualità insulta gli altri».



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