In un’intervista Veltroni lancia la sfida a Bersani sul futuro del Pd. Lo fa con un video su Repubblica Tv, osservando: «Se si discute non si litiga, discutere non significa spaccarsi». Nell’intervista Veltroni dice di non volere attaccare Pier Luigi Bersani («è lui il leader») ma le sue parole suonano come una critica severa all’attuale politica del segretario: «Il Pd non può essere un partito di un tempo che non c’è più. La cosa peggiore sono le ipocrisie e i colpi bassi, voglio un Pd aperto e maggioritario». Un altro partito –sottolinea Veltroni nell’intervista – che non si limiti a «difendere» ma punti al «cambiamento». Scommettendo su poche idee e non «mille pagine di un programma».
E che cerchi un candidato premier «che magari venga dall’esterno». Come accadde con Romano Prodi. Solo a quel punto scoccherà l’ora delle alleanze. E prosegue Veltroni nella video-intervista: «Abbiamo puntato sull’alleanza dell’Udc, ma lo scenario politico è cambiato con l’arrivo di Fini, che resta un uomo di destra, la nascita del centro rende urgente la vocazione maggioritaria del Pd, altrimenti si rischia di consegnare l’Italia a un nuovo centrodestra». Veltroni dichiara inoltre nell’intervista di apprezzare il lavoro di Nichy Vendola («vuole aggregare un’area e portarla in un rapporto con il Pd, credo che questo sia utile e positivo») e avverte Di Pietro («deve scegliere quale identità vuole avere, se quella riformista o quella degli attacchi a Napolitano»).