La politica italiana è in movimento aspettando il voto del 28 settembre sui 5 punti con cui il governo vuole rilanciare la propria azione. L’opposizione punta il dito sulla “campagna acquisti” di Berlusconi che interesserebbe i delusi di Udc e Pd (ma non solo, visto che anche Antonio Di Pietro ha denunciato il corteggiamento nei confronti di alcuni esponenti del suo partito). Ancora misteriosa la composizione del gruppo di “responsabilità nazionale” guidato dal repubblicano Nucara.
Il premier intanto dispensa ottimismo alle sue truppe: “la situazione in Parlamento è sotto controllo, non si andrà alle elezioni. I 5 punti andranno sottoscritti da tutti i parlamentari della maggioranza”. La fedeltà dei finiani di Futuro e Libertà non sembra in discussione, il gruppo sembra più interessato al ruolo di “terza gamba” del governo per ridurre il peso del Carroccio all’interno dello schieramento.
Casini, alle prese con una possibile scissione del suo partito in Sicilia scommette sul fallimento del Cavaliere: “Berlusconi non otterrà 316 voti in Parlamento”. Fra qualche giorno sbarcherà nella regione siciliana per ricompattare le fila e isolare i dissidenti guidati da Mannino, Romano e Cuffaro.
Lo stesso Mannino, intervistato da IlSussidiario.net ha dichiarato: “Fin dal 2006 l’Udc ha sempre dichiarato che avrebbe condotto la sua battaglia contro il bipolarismo. Quando Fini ha aperto la crisi nel Pdl la linea dell’Udc andava mantenuta ferma, al di fuori dei poli. La reazione di Casini, fragile nella motivazione politica, ha chiarito a tutti che il leader centrista stesse lavorando alla crisi del Pdl non tanto per rilanciare il terzo polo, ma per creare un polo nuovo, fondato sull’alleanza organica con il Pd”.
Lo scambio di accuse di queste settimane tra il leader e la minoranza siciliana non sembra lasciare spazio a possibili mediazioni. "Che chi, eletto con l’opposizione, si presenti con il cappello in mano, è una cosa che umilia il nostro elettorato – dice Casini -. Berlusconi mi chiama ripetutamente durante l’estate e poi va alla compravendita. Questo atteggiamento serve solo a legittimare chi eventualmente dovesse arrivare dopo di lui: non si può parlare di ribaltoni se si è i primi a fare campagna acquisti di deputati".
La controreplica di Romano non si è fatta attendere: "In questi anni non sono stato di certo io ad andare da Berlusconi per avere il sottogoverno mentre facevamo l’opposizione. Non mi lascio intimidire e non mi faccio provocare. Casini non eluda la questione politica che si è aperta all’interno dell’Udc".