GRANATA A FINI: “DOVEVI REPLICARE A BERLUSCONI” – «Caro Gianfranco, il distacco con il quale hai evitato di commentare la sceneggiata taorminese di Silvio Berlusconi, lo capisco profondamente ma devo confessarti di non condividerlo fino in fondo». Fabio Granata, falco finiano di Futuro e Libertà, rimprovera dal suo blog il Presidente della Camera, reo di un atteggiamento troppo molle nei confronti del Presidente del Consiglio.
«La volgarità delle parole di Storace – continua Granata – e la gravità di quelle di Donna Assunta, in una cornice da taverna da parte dei tanti “nuovi ascari” della fiamma accorsi, merita, infatti, più di una riflessione da parte nostra».
Le lettera a Fini è un crescendo di indignazione: «Le parole durissime di chi abbiamo contribuito a far eleggere Presidente del Consiglio suonano allucinanti mentre ancora alcuni dei nostri utilizzano toni melliflui e dorotei sui nostri rapporti con il Pdl e sulla priorità assoluta di offrire uno scudo giudiziario al Premier».
L’esponente di Fli manda poi un segnale sul delicato tema della giustizia: «Allora, Gianfranco, voglio dirti con chiarezza e affetto: non ci sto a sposare ancora la tesi della congiura giudiziaria contro Berlusconi. E mentre con i dossier e i giornali di famiglia continua e si fa ancora più grave il metodo Boffo nei tuoi e, in prospettiva, nei nostri confronti, non sopporto più le sofferte riflessioni e le trovate giuridiche di qualche amico al fine di provare a garantire impunità nei confronto di chi, potendo, ci cancellerebbe dalla scena politica».
Nessun cedimento delle colombe finiane ad Alfano, nessun accordo con il Pdl sulla giustizia sembra voler dire Granata, che rilancia poi la proposta della concessione della cittadinanza agli immigrati e al conflitto d’interesse.
«Serve però liberarsi subito da tatticismi eccessivi e moderatismi privi di progetto – conclude il futurista – e andare finalmente in campo aperto a parlare all’Italia profonda in modo semplice e coerente. Solo così varrà la pena di percorrere questa nuova avventura politica. Con l’ambizione di poter costruire un’Italia diversa e liberata da cricche, prepotenti e ascari».