«Sono stata eletta nel Pdl in quota An. È il partito che ha creduto in me, prendendosi dei rischi perché per la prima volta il centrodestra candidava una straniera. Io non vengo dalla politica e nel mio dna c’è la lealtà. Per questo, dopo quello che è successo, ho deciso di non abbandonare chi mi aveva teso la mano invitandomi a portare le mie battaglie in Parlamento».



Souad Sbai, deputata di Futuro e Libertà e Presidente dell’Associazione donne marocchine in Italia, racconta senza troppi giri di parole a IlSussidiario.net, il delicato momento della sua esperienza politica e della maggioranza di governo. «Non potevo fare altrimenti perché ho una coscienza – prosegue la Sbai -. Adesso però la situazione, anche a livello umano, è molto difficile. Qualcuno non dovrebbe abusare di questa mia lealtà, perché a tutto c’è un limite».

A chi si riferisce?



«Penso alle dichiarazioni politiche di Granata o a quelle di Della Vedova su temi per me molto importanti. Non condivido la proposta sulle coppie di fatto e sono per la vita, contro l’eutanasia. In famiglia ho avuto gravi sofferenze, ma sono contenta di aver educato i miei figli a fare i conti con il dolore, con la malattia di una persona cara, senza eliminare o nascondere la sofferenza. È parte della vita e ci insegna qualcosa, ha un senso. Su questi temi non mi faccio schiacciare, del resto ho un debito di lealtà anche nei confronti di me stessa e di ciò in cui credo».

Di Granata non ha gradito il suo recente attacco alle cosiddette “colombe finiane” che usano toni “melliflui” e “dorotei” nei confronti del Pdl?



«Lui ha in mente l’alleanza con Di Pietro e porta avanti il suo progetto. Io invece non ho nulla contro il mio governo e contro il Pdl. Voglio portare avanti il programma che la gente ha votato. Se gli sta stretto può anche cambiare, ma non si permetta di dare addosso, come fa, a chi la pensa in modo diverso».

Ultimamente ha anche rilanciato il tema del conflitto di interessi, chiudendo la strada a possibili accordi sulla giustizia tra Fli e Pdl.

 

«A volte sembra proprio che cada dalle nuvole, ma dove ha vissuto in tutti questi anni? Berlusconi è stato votato dal popolo italiano e va rispettato. Aggiungo un’altra cosa, non è corretto dichiarare che la maggioranza è piena di mafiosi, senza fare nomi. Se fossi a conoscenza di una cosa del genere andrei al primo Commissariato a sporgere denuncia. In questo modo porta avanti, invece, un tipico atteggiamento mafioso».

Futuro e Libertà sta dando l’idea, almeno esternamente, di essere composta da personalità e posizioni molto diverse. Ma chi comanda tra i futuristi e chi parla non solo a titolo personale?

 
«Le confesso che vorrei saperlo anch’io ed è uno dei punti che voglio affrontare oggi con il Presidente Fini. A me risulta che il portavoce sia Moffa. Per avere le idee chiare vorrei sentire molto di più la sua voce rispetto a quella di Granata, perché non mi rappresenta».

L’attenzione di tutti intanto si sta già concentrando sul voto di fiducia di settimana prossima. Cosa accadrà secondo lei?

«Fini più di una volta ha detto che non ci sono problemi. Voteremo con il governo. Non sono poi così convinta che ci sarà un voto di fiducia».

Questo governo quindi è solido e può andare avanti così?

«Ci mancherebbe altro».

Cosa ne pensa, invece, dell’ipotetico allargamento della maggioranza da realizzare con l’ingresso di repubblicani e “centristi scissionisti”?

«Non mi sembrerebbe giusto. Rifletterei bene prima di prendere con noi chi ha il mal di pancia in altri partiti. In questi giorni comunque si parla molto di “campagna acquisti”, anche se, almeno per quanto mi riguarda, posso dire che non c’è stata». 

Dal Pdl non ha subito pressioni per tornare indietro?

 
 

 

«Nel mondo della politica c’è molta malignità, ma devo dire che non è successo. Mi sarei comunque offesa perché non aspiro a nessun posto. A Berlusconi, tra l’altro, avevo comunicato direttamente la mia scelta e l’ha rispettata».

Quali conseguenze politiche bisogna trarre invece dal voto di ieri sulle intercettazioni a carico del sottosegretario Cosentino? Fli ha votato a favore, ma la maggioranza è arrivata a 308 voti.

«Il voto è segreto, ma anche i numeri fanno capire che una parte dei finiani ha votato con il governo. D’altronde il malessere c’è, inutile poi andare in televisione a dire che il gruppo è compatto».

Vuol dire che i “franchi tiratori” erano anche tra voi?

«Ripeto, il malessere c’è e qualcuno l’ha anche esplicitato, poi il voto è segreto».

Alla convention di Generazione Italia, fissata per novembre, potrebbe nascere un vero e proprio nuovo partito finiano?

«Non mi hanno avvertito di questo, non ne so nulla. Si è sempre parlato di gruppo parlamentare, non di partito. Sono due cose diverse. Siamo ancora nella fase della “separazione in casa”, finché la situazione è questa c’è tempo per riflettere».

Lei davvero crede ancora in un colpo di scena, in un’insperata pace tra Fini e Berlusconi?

Se un giorno si incontrassero a parlare, chiarendo ogni cosa senza intermediari, potrebbe anche accadere. In passato sono stati mal consigliati entrambi».

Da ultimo, qual è il suo giudizio sulla quarta giunta siciliana di Lombardo che per la prima volta dovrebbe portare al governo della regione un’innovativa alleanza tra Fli, Udc, rutelliani e Partito Democratico?

«No, guardi, se succede vado via. Non appoggio unioni anomale, la gente non capirebbe. Lo sanno tutti, non è la prima volta che lo dico. Io non ricatto nessuno, ma ho fatto una scelta. Mi sono presentata con il centrodestra e non ho la faccia tosta di andare a dire a chi ci ha votato che al Sud abbiamo un’alleanza diversa rispetto a quella che portiamo avanti in Parlamento».

(Carlo Melato)

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