Nel corso del dibattito alla Camera, ieri, il leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha accusato, tra le altre cose, Berlusconi di essere uno «stupratore della democrazia»
Della giornata di ieri alla Camera, tra gli interventi che maggiormente saranno ricordati, c’è sicuramente quello di Antonio Di Pietro, con il suo duro attacco al presidente del Consiglio: «Lei è uno spregiudicato illusionista, anzi un pregiudicato illusionista che, anche oggi, ha raccontato un sacco di frottole agli italiani», ha esordito il leader dell’Idv, paragonandolo a Nerone, «il suo predecessore». L’ex pm di Mani Pulite è andato ben oltre, definendo il premier «un maestro della massoneria deviata, un piduista di primo e lungo corso, un precursore della collusione e della corruzione di Stato». Tra i passaggi più duri, quello in cui Di Pietro afferma. «Lei, sig. Berlusconi, non è un presidente del Consiglio ma è uno “stupratore della democrazia” che, dopo lo stupro, si è fatto una legge, anzi una ventina di leggi ad personam per non rispondere di stupro!» Innumerevoli le accuse rivolte a Berlusconi. Tra le altre, quella di essere «la testa della piovra politica che in questi ultimi vent’anni si è appropriata delle istituzioni in modo antidemocratico e criminale», di essersi «impossessato» e di controllare « il sistema bancario e finanziario del Paese», « le nomine degli organi di controllo che dovrebbero controllare il suo operato» e di prendere, in qualità della sua carica di ministro dello Sviluppo economico ad interim, «decisioni in favore del maggior imprenditore italiano, cioè Lei (e dico maggior imprenditore, non migliore come maggiore e non migliore è l’imprenditoria mafiosa)»
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