Si è conclusa l’udienza pubblica dei giudici della Corte costituzionale che giovedì si pronuncerà sul legittimo impedimento
Si è conclusa l’udienza pubblica dei giudici della Consulta per decidere sulla costituzionalità del Legittimo impedimento, la norma in virtù della quale per il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono sospesi, almeno fino al prossimo ottobre, tre processi a suo carico: Mills, Mediaset e Mediatrade. Ora la Consulta è chiamata a pronunciarsi alle 9,30 di giovedì prossimo.
In aula erano presenti, oltre ad una folta schiera di giornalisti fotografi, il giudice costituzionale Maria Rita Saulle (che nonostante le sue precarie condizioni di salute si è recata all’udienza in sedia a rotelle), gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo, per Berlusconi, gli avvocati dello Stato Michele Dipace e Maurizio Borgo per i magistrati. Stamattina, dopo che il giudice relatore, Sabino Cassese, ha sintetizzato le ragioni dei tre ricorsi dei giudici di Milano – la violazione dell’art.138 della Costituzione (necessità di una legge costituzionale) e 3 (irragionevole sproporzione tra diritto di difesa ed esigenze della giurisdizione) – è stata la volta d Ghedini.
«La norma sul legittimo impedimento si limita a tipicizzare l’impedimento dei membri del governo, del quale il giudice deve tener conto, senza per questo precluderne le facoltà di accertamento e di apprezzamento delle ragioni concrete», è stato il punto al quale è ruotata la difesa della legge.
CLICCA >> QUI SOTTO PER CONTINUARE A LEGGERE L’ARTICOLO
«Quanto al principio della speditezza dei processi – ha aggiunto Ghedini – , non può non essere collegato con quella che è la realtà processuale del nostro Paese, dove il rinvio anche per qualche mese delle udienze è sempre del tutto fisiologico, senza necessità di ricorrere a legittimi impedimenti».
Infine, «la legge sul legittimo impedimento non prevede nessun automatismo, in quanto viene concesso alle funzioni di governo ma il giudice resta libero di accertare se le attività di governo siano davvero previste e debbano realmente aver luogo». Resta da capire come voteranno i 15 giudici costituzionali..Secondo le previsioni, 7 su 15 si pronunceranno per la totale o parziale incostituzionalità della legge, cinque sono pronti a promuoverla, mentre tre sono ancora incerti.