Lo stile è quello ironico di sempre, i contenuti sono – almeno in parte – inediti. Silvio Berlusconi ha rivolto nella serata di ieri un messaggio al sito dei promotori delle libertà, in cui si difende dalle accuse, attacca la giustizia a orologeria e si dice pronto a difendersi in tribunale.
«Mi aspettavo francamente – dice il premier – che dopo la sentenza della Corte, per ricominciare, attendessero almeno una settimana. Invece i pm di Milano non hanno resistito e la sera stessa mi hanno mandato il loro biglietto di auguri per il nuovo anno e per l’occasione si sono inventati il reato di ‘cena privata a casa del presidente’. Ho dedotto che sono invidiosi e che mi fanno i dispetti per non essere stati invitati anche loro».
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Il suo caso di «persecuzione giudiziaria», spiega il premier, non ha eguali: «Una persecuzione che si è articolata su 105 indagini e in 28 processi, il record assoluto credo di tutta la storia dell’uomo in qualunque paese del mondo». Un accanimento che pesa sulle tasche sue e degli italiani: i processi infatti hanno avuto «un costo, per me, di oltre 300 milioni di euro in avvocati e consulenti e credo con un costo di pari importo per lo Stato e quindi per i contribuenti».
L’azione dell’esecutivo però non si ferma: «Nella vicenda Ruby sono stato trattato come si fa con i criminali, ma questo non influisce sulla tenuta del governo, che va avanti». A meno che «gli attacchi non diventino così insistenti da rendere impossibile governare e da determinare quindi la scelta di ritornare alle urne».