Ultimatum del ministro Calderoli: ho passa la bozza del federalismo fiscale, o la Legislatura finita.

«Se non si realizza il Federalismo fiscale vuol dire che non ci sono le condizioni per le riforme e politicamente non ha più senso la Legislatura»: lo ha detto il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli conversando con i giornalisti alla Camera dopo aver presentato alla Commissione Bilancio di Camera e Senato la bozza del nuovo decreto sul Federalismo municipale, messo a punto dopo aver ascoltato anche le ragioni dell’opposizione.



«Più di così non so cosa potrei fare. Ho preso indicazioni da tutti». A chi gli chiede del caso Ruby e del suo possibile condizionamento dell’iter della bozza, risponde: «mi auguro che il senso di responsabilità da parte di tutti possa prevalere su questioni che nulla hanno a che vedere con questa riforma».

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Se passa la bozza, si passa ad altre quattro riforme: «una volta fatto il Federalismo fiscale si può affrontare la riforma fiscale, di cui il federalismo è parte, la riforma costituzionale, le misure per lo sblocco e il rilancio del paese, il Codice delle Autonomie».

 

Tra le misure principali previste dalla bozza, la possibilità per i comuni di introdurre una tassa di soggiorno che oscilli dai 50 centesimi a 5 euro; la cedolare secca sugli affitti con doppia aliquota, al 20% sui canoni concordati e al 23% su quelli liberi; un fondo di 400 milioni di euro per le famiglie in affitto con figli a carico; la compartecipazione al 2% dei Comuni all’Irpef; quadruplicate le sanzioni per chi non denuncerà le “case fantasma”.



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