L’assessore all’Istruzione del Veneto ha invitato scuole e biblioteche a boicottare i libri degli scrittori pro Battisti.

Boicottaggio civile, lo chiamano. Per altri è censura. In Veneto l’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan, 39 anni, intende bandire le opere di tutti gli autori pro Battisti da scuole e biblioteche. «Non chiediamo nessun rogo di libri, intendiamoci. Semplicemente inviteremo tutte le scuole del Veneto a non adottare, far leggere o conservare nelle biblioteche i testi diseducativi degli autori che hanno firmato l’appello a favore di Cesare Battisti», spiega il politico del Pdl di Bassano del Grappa.



«Un boicottaggio civile è il minimo che si possa chiedere davanti ad intellettuali che vorrebbero l’impunità di un condannato per crimini aberranti». Con lei si schiera il presidente della Regione Luca Zaia che commenta: «I delinquenti vanno messi in galera, non lasciati liberi», mentre in passato era stato l’assessore alla cultura della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon, a tuonare:«Via quegli autori dalle biblioteche pubbliche».



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Tra i libri maggiormente sconsigliati, quelli di Roberto Saviano, anche se in realtà l’autore ha ritirato la sua firma dall’appello in favore del latitante. Difficilmente gli “inviti” sortiranno effetti legali o giuridici. Se Speranzon si dice soddisfatto di aver aizzato il «vespaio», Donazzan, rilancia: «un autore, un intellettuale, esiste per quello che scrive. Questo è il suo ruolo nella società.

Quella a favore di Battisti non è stata una petizione popolare. Ci troviamo davanti a un messaggio aberrante lanciato da intellettuali. A favore di un personaggio che si è macchiato dei peggiori crimini di sangue. L’unica cosa che possiamo fare è boicottare i loro libri. Smettere di leggerli. Non accoglierli nelle biblioteche pubbliche e nelle scuole».